“Io senatore? Il concetto base è che indossare questa maglia non vuole dire essere arrivato, ma dimostrare di poter restarci“. La definizione migliore per spiegare cos’è il Milan arriva dalle sensate parole di Christian Abbiati il quale, intervistato direttamente in America da La Gazzetta dello Sport, è intervenuto su tutto il passato, presente e futuro rossonero.
Sulla scorsa stagione: “Non so spiegarmi il perché del tracollo dell’anno scorso, impossibile fare solo 22 punti nel girone d’andata. Per la prima volta in carriera mi portavo il lavoro a casa: è stato terribile, stavo male. Nessuno dei 30 in rosa ha dimostrato di essere da Milan. Con Seedorf si è creata una situazione strana, abbiamo giocato una seconda parte di buon livello ma hanno influito altre questioni credo, che però non riguardano lo spogliatoio“.
Su Inzaghi: “Inzaghi ha un entusiasmo pazzesco e contagioso, lo seguiamo in blocco. Sono i passi giusti per ripartire, se tutti mantengono l’entusiasmo di Inzaghi allora faremo bene. A me il suo modus operandi non stupisce, lo conosco da tempo e so che è molto maniacale in quel che fa. E’ giusto aver già messo delle regole, anche piccole, perché è così che si riparte. Inzaghi è un esempio, è il primo a mettere in pratica ciò che chiede alla squadra. Le regole vanno rispettate e vale per tutti: altrimenti si finisce in tribuna“.
Sui portieri: “Gabriel è giovane e ha potenziale, Agazzi invece è forte ed esperto. Io sono un diesel, devo prepararmi bene perché l’età avanza. Se Inzaghi non mi sceglierà, non ci sarà alcun problema“.
Sui social network: “Tutti i giovani della Primavera si impegnano molto e hanno voglia di Milan, anche se su certi aspetti vanno un pochino guidati. Ad esempio odio cordialmente i social network, specialmente se mia figlia mette una foto online e poi passa il tempo a vedere quanta gente l’ha vista, è una malattia. Bisogna usarli con la testa altrimenti sono sinonimo di insicurezza“.
Su Balotelli: “Balotelli è arrivato carico, dopo un Mondiale così brutto è normale che possa scattare qualche meccanismo: vorrà dimostrare che le cose stanno diversamente rispetto a com’è andata in Brasile. Balotelli combina qualche marachella ma è bravo e se dà il massimo può essere decisivo. Balotelli come Ibrahimovic? La forza di Ibra è semplice: dà il 100% in allenamento e il lavoro paga. Mario deve capire questo, se lo farà allora potrà essere uno alla Ibrahimovic, con Inzaghi sono certo che potrà riuscirci“.
Infine, una speranza ed un avviso: “Milan 2014-15? Punto su El Shaarawy, se trova la cattiveria di un tempo allora può far bene. Champions? Per adesso non siamo da primi tre posti, se però non partissimo come nelle ultime due stagioni non sarebbe male“.