Braccio di ferro tra Seedorf e la società. Berlusconi: “Non resta”

Il 15 gennaio Clarence Seedorf atterra all’aeroporto di Linate. Dopo l’esonero di Allegri è lui che dovrà trascinare il Milan fuori dalla fossa che si è scavato nella prima metà di stagione. Seedorf rivoluziona il gioco, la squadra, gli allenamenti. Lavora in prospettiva per i prossimi anni, per riportare i rossoneri in alto. Il suo contratto glielo permette, contratto che lo lega alla società di Via Aldo Rossi fino a giugno 2016, per 3 milioni di euro a stagione. Una rotta tracciata e ben stabilita dall’allenatore e, sembrava, dalla società. Seedorf vince, riconquista punti e terreno.

Non arriva alla qualificazione in Europa League di un soffio e la squadra sembra unita attorno al nuovo tecnico. Poi arrivano le prime stoccate da lontano, i primi dubbi ed insinuazioni sulla sua permanenza anche per il prossimo campionato. “Tutto dipenderà dai risultati” si sente ripetere in continuazione da Adriano Galliani. I risultati ci sono. Anche una vittoria nel derby che non arrivava da anni. Quindi cosa rende scontenta la dirigenza? E cosa porta Silvio Berlusconi a dire a Telelombardia il 10 maggio: “A Cesano Boscone ho incontrato tante persone che potrebbero tenere in mano lo spogliatoio del Milan e farsi amare dai giocatori”? Per aggiungere poi: “Io un allenatore in testa ce l’ho, ma non lo dico”. Si pensava che quell’allenatore fosse Luciano Spalletti. Invece il 26 maggio arriva la notizia di Filippo Inzaghi. Dalla Primavera alla prima squadra. In 48 ore sarebbe dovuto arrivare l’annuncio ufficiale del passaggio di consegne, ma a questo punto tutto si è arenato. Seedorf ha un contratto e vuole che sia onorato quanto scritto nero su bianco.

La società invece ha fretta di chiudere la pratica e passare oltre. Qualcosa però si è definitivamente rotto con l’olandese e non ci saranno sconti da nessuna delle due parti. Berlusconi durante la sua prima visita a Casa Milan è stato chiaro: “Non resta” ha detto senza mezzi temini, aggiungendo “deciderà il consiglio” per quanto riguarda la modalità del divorzio. “Il passato è il passato” è stata invece la risposta a chi chiedeva una spiegazione di questa rottura che lascia molte perplessità. E dispiacere per come una società che aveva chiesto il suo aiuto, adesso sembra voglia liberarsene al più presto.

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