La filosofia del Milan giovane e italiano esiste da anni, ma di recente la materia è rimasta quasi solo teorica e poco pratica. Silvio Berlusconi, venerdì scorso, in occasione della prima visita presso la nuova sede rossonera, ha rispolverato questo must, parole misurate ma decise: quasi un ordine societario. Alex e Menez, approfondisce stamane La Gazzetta dello Sport, non devono ingannare: né giovani né italiani, è vero, ma per giocatori così presi a costo 0 si può fare una doppia eccezione. Forse non l’unica.
Il mercato del Milan è già nel vivo ma è solo all’inizio, basta prendere la rosa attuale ed accorgersi che sono presenti cinque under-25, freschi ed azzurrissimi. Il primo è Mario Balotelli, la sua permanenza è appesa ad un filo e le “prove di disgelo” adoperate dal Presidente non sono una garanzia sicura: l’addio rimane possibile, probabile dopo un grande Mondiale. Ma al momento rimane e, nonostante una stagione appena sufficiente, sentenzia la Rosea, rimane il bomber della squadra ed il simbolo dell’attacco. Dovrà imparare a fare il centravanti, magari uno come Pazzini, nella testa di Inzaghi la coppia ha pieno senso di esistere (Seedorf non era dello stesso avviso), potrà essergli di grande aiuto. In Brasile c’è anche De Sciglio, esempio ad hoc del rossonero fatto in casa: piede destro ma più libero di agire sulla sinistra, il terzino è incappato in un anno davvero antipatico dal punto di vista della condizione fisica. E il Real Madrid è sempre lì alla finestra. E poi due centrocampisti come Poli, riscattato per intero dalla Sampdoria, e Cristante, nemmeno 20 anni ma gli occhi di parecchia Europa addosso: il Benfica fa sul serio, ha bisogno di protezione.
Infine come dimenticare El Shaarawy. Il suo è stato un 2013/2014 orribile, per colpa di quella dannata micro-frattura al quarto osso del metatarso del piede sinistro: ha di fatto perso un anno (e un Mondiale), ma sarà basilare per il nuovo corso.
This post was last modified on 9 Giugno 2014 - 12:33