Lino Dimitri è giornalista pubblicista dal 2012. Redattore di SpazioMilan.it dal settembre 2011: è sua la firma nell’editoriale del sabato. Lavora nella redazione di LecceNews24.it occupandosi di cronaca, politica, eventi e sport. In passato ha collaborato con Bordocampo.net e Sportmain.it.
Questione di stile e atteggiamento (diverso): di fronte alle voci di un presunto malcontento di De Jong, Adriano Galliani afferma di non aver ricevuto lamentela alcuna dal giocatore, Nigel smentisce tutto dal ritiro della sua Olanda e spende parole al miele per la squadra rossonera, i rumors vengono messi a tacere e si mette una pietra sopra all’ennesima voce estiva senza fondamento; Mino Raiola strizza invece spudoratamente l’occhio all’Arsenal e a qualche non meglio definito club europeo, Balotelli tace dal ritiro azzurro di Mangaratiba e in casa Milan nessuno sembra sul punto di strapparsi i capelli.
Traduzione: per il 23enne attaccante si attende solo l’offerta adatta, poi saluti e lacrime di rito e chi si è visto si è visto. Giusto così? Secondo alcuni no perché bisognerebbe dare a Super Mario un’altra occasione, tenerlo almeno per la prossima stagione e concedergli la chance di dimostrare di aver raggiunto la maturità come uomo anzitutto e poi come calciatore. Quali vantaggi trarrebbe il Milan da questa politica educatrice? Certamente non sarebbe un investimento per il futuro, non servirebbe certo a coinvolgerlo in un progetto a lunga scadenza, e questo perché Balotelli non diventerà mai una bandiera rossonera, mai un simbolo o il capitano.
I giocatori curati da Raiola che, piaccia o no ma il suo lavoro lo sa fare bene, sono così: sono i girovaghi dei grandi club europei, è questione di tempo ma tanto prima o poi arriva inesorabilmente il momento in cui fanno le valigie e se ne vanno, lo sai fin dal momento in cui li compri. E allora Balotelli segni tanto al Mondiale, porti lontano l’Italia, magari fino in fondo (ne saremmo tutti contenti), e dimostri il suo valore di mercato, perché in fin dei conti un giocatore giramondo come Mario, uno di quelli che seguono il circo economico del calcio, è meglio perderlo oggi senza troppi rammarichi piuttosto che vederlo partire domani quando ormai ti eri illuso che sarebbe stata una storia d’amore infinita e hai costruito il gioco della squadra intorno a lui.
Al Milan di campioni ne sono arrivati tanti e partiti anche troppi, e quello dell’attaccante, ad oggi, non sarebbe certo il distacco più doloroso. A patto però che non venga sostituito da un nuovo Ricardo Olivera. Iturbe e Mandzukic restano gli obiettivi principali e, siamo sicuri che, se dovesse arrivare anche uno solo dei due, Pippo Inzaghi di certo non cadrebbe in depressione.
This post was last modified on 21 Giugno 2014 - 13:38