Quel timone lasciato per troppo tempo nelle mani di altri deve averlo chiamato a gran voce, soprattutto oggi che il passato, quello glorioso, è tornato prepotentemente davanti ai suoi occhi, creando un solco, enorme, con il presente. Saranno stati l’emozione, il senso del dovere, il sapore delle vecchie vittorie, fatto sta che Silvio Berlusconi è tornato, tornato a dare direttive per il suo Milan.
La sua prima volta a Casa Milan ha il sapore dell’amalgama: l’emozione dei ricordi e il desiderio di riviverli. Tra una promessa e una speranza, il presidente rossonero ha dato le prime indicazioni: affidarsi a Inzaghi, “affamato di vittorie” come piace a lui, e “assolutamente coerente con tutto ciò che vogliamo sia il Milan”. Una consacrazione in pieno stile.
Bocciato, senza riserve, ma con “diplomatica” indifferenza, Clarence Seedorf, relegato ad un “passato alle spalle”. Ancora da trovare, però, le soluzioni consensuali per il suo contratto, rimasto praticamente in sospeso.
Dalla nuova sede rossonera, poi, Berlusconi ha fatto sapere che la società si sta muovendo per rinforzare la rosa e renderla consona all’apertura di un nuovo ciclo potenzialmente vincente. E, di questa squadra, dovrebbe far parte anche Mario Balotelli, a patto che “impari a fare il centravanti”.
Investitura speciale, infine, per la figlia Barbara: Casa Milan è una sua creatura e il presidente gliene ha giustamente reso merito.
This post was last modified on 7 Giugno 2014 - 09:46