Un gesto liberatorio, a fine partita. Un gesto di chi sa di aver dato un calcio a polemiche e malumori. Un gesto di chi, ancora una volta, ha saputo stupire tutto e tutti nella serata in cui pochi lo volevano e pochissimi credevano in quest’Italia incerottata e insicura. Mario Balotelli ha vinto. Ha vinto insieme alla sua Italia, concreta e mai così sul pezzo da tanto tempo. Ha vinto con una prestazione sofferta, convinta e, soprattutto, una rete tanto decisiva per il 2-1 azzurro quanto importante per il suo Mondiale.
Non è stato facile, il percorso dell’Italia. Il vantaggio del primo tempo targato Claudio Marchisio non inganni: gli inglesi di Hodgson sono stati tutto fuorchè arrendevoli. Hanno messo in crisi la retroguardia azzurra, hanno proposto un mix di rapidità e gioco sulle fasce capace di impensierire il troppo involuto e folto centrocampo di Prandelli. Menzione particolare, forse, banalmente per l’autore del goal Sturridge: troppo solo sull’azione del pari, certo, ma esemplare dal punto di vista della rapidità, del dribbling e della visione del gioco d’attacco.
Parlare di Balo nella sera della sua rinascita calcistica è giusto e doveroso, certo, ma come dimenticare la micidiale rincorsa sulla fascia di Darmian? L’onnipresenza di Marchisio? La foga abbinata ad intelligenza tattica di Candreva? Le risposte positive ottenute da Cesare Prandelli, questa volta, sono tante. Adesso si può, si deve coltivarle.