Spesso criticato, quasi sempre messo in croce per le prestazioni sottotono. Perché per come era stato accolto, Keisuke Honda sarebbe dovuto essere il nuovo crack del calcio italiano. Invece il giapponese, nei primi sei mesi di esperienza in rossonero, ha deluso dal punto di vista tecnico, perché in ambito commerciale rimane ancora il numero uno al mondo: l’unico che riesce a pagarsi da solo lo stupendio grazie al marketing in patria. Ma analizzando ai raggi X la sua lunghissima stagione non possiamo prendere in considerazione il suo ultimo periodo di pausa, che risale oramai a più di 15 mesi fa. Tradotto: il vero Honda arriverà da settembre.
Il numero 10 sulle spalle è un pesante macigno che impone al giapponese di fare sempre la differenza, anche quando non è in forma. Ma l’ex Cska ha sostato dall’attività sportiva per l’ultima volta fra dicembre 2012 e aprile 2013, quando il campionato russo era fermo. Da lì il giapponese ha giocato ininterrottamente fino all’approdo in rossonero nel gennaio del 2014, proseguendo la stagione per altri sei mesi abbondanti visto che la sua nazionale guidata da Zaccheroni era impegnata nel Mondiale. Adesso, però, con l’eliminazione dei samurai dalla rassegna internazionale, si prospetta un lungo riposo per il numero 10 che da settembre sarà chiamato alla verità.
Quindici mesi ininterroti di campo sono un macigno che anche macchine come i calciatori moderini possono subire. Il giapponese è, infatti, il milanista che ha giocato di più in questi mesi: 57 partite contro le 44 di De Jong che rappresenta il punto più alto degli altri rossoneri. Adesso un periodo di sosta, poi a fine luglio il ritorno in Italia con un nuovo allenatore per una nuova, necessariamente, gloriosa stagione. Con un nuovo Honda.