Viva la sincerità. Marco Amelia, intervistato da Tuttosport, non fa delle vere e proprie polemiche ma svela comunque dei pesanti retroscena su allenatori e spogliatoio Milan, valigia in mano ma il desiderio di ricordare senza grossi rimpianti i suoi 4 anni rossoneri.
Sulla sua carriera: “Da questi quattro anni di Milan mi sarei aspettato di più, magari un po’ più continuità come l’anno scorso quando Abbiati non era al meglio e ho giocato dieci gare di fila nelle quali abbiamo fatto molti punti. Poi Allegri ha preferito Abbiati, ma non è vero che mi sono scontrato con il tecnico, ha fatto altre scelte e io ho sempre anteposto il bene del gruppo al mio“.
Amelia ci mette la faccia: “Nei momenti di difficoltà hanno sempre chiesto a me di andare a parlare coi giornalisti e metterci la faccia perché facevo da parafulmine. Io facevo anche da portavoce con il resto della squadra, parlavo coi compagni e poi coi giornalisti. Sono molto legato ad ogni presenza con questa maglia perché ho giocato sempre in momenti non facili“.
Sullo scudetto vinto e quello perso: “In quattro anni ne sono successe di cose. Il primo anno partimmo con delle incognite, poi con Ibrahimovic e Robinho la squadra è diventata forte. Il secondo anno eravamo i più forti ma i problemi interni fecero sì che lo scudetto andasse alla Juventus: lo scudetto lo perdemmo nella gara con l’Arsenal quando ci fu un battibecco tra squadra e allenatore, perché il tecnico portò due portieri in panchina per paura delle espulsioni. Gli ultimi due sono stati un’altalena incredibile“.
Su Seedorf: “Seedorf ha cambiato radicalmente il modo di fare e questo può aver destabilizzato il gruppo. I rapporti sono cresciuti giorno dopo giorno. Seedorf è una persona intelligente, i problemi li ha avuti la squadra, i singoli giocatori e non il gruppo in sé. E’ capitato anche che le tematiche dello spogliatoio non siano rimaste all’interno e questo non deve accadere. Io almeno a livello umano sono riuscito a trasmettere qualcosa, mi fa piacere il coloquio avuto con Galliani e anche la stima dei tifosi“.
Sulla (presunta) lite a Casa Milan: “Spiego cosa è successo: scendendo verso il pullman ho sentito le critiche dei tifosi a El Shaarawy e mi è stato detto di chiedere ad altri di scendere. Alcuni avevano già salutato, ma era doveroso riscendere e non costava nulla andare a salutare i tifosi. E’ nata una discussione e chi era sul pullman sa bene come è nato tutto“.
Infine, un messaggio sensato e doveroso, ma non scontato, per l’avvenire: “Ripristinare determinati valori all’interno del gruppo dev’essere una prerogativa di chi gestirà il Milan nella prossima stagione. Qualcosa è venuto a mancare e forse è l’aver perso tanti giocatori di esperienza tutti insieme. Il Milan saprà come intervenire“.
This post was last modified on 5 Giugno 2014 - 16:11