Ormai non ci sono più dubbi, il matrimonio tra Milan e Clarence Seedorf è giunto al termine. La sconfitta in extremis contro l’Atalanta ha portato con sé due amari verdetti. Già, perché oltre ad aver allontanato irrimediabilmente i rossoneri dalla qualificazione in Europa League, ha anche segnato la definitiva rottura tra il tecnico e la società. Ma cominciamo da venerdì. Fino ad allora infatti erano state solo voci quelle che raccontavano di un Silvio Berlusconi insoddisfatto, contrariato dalle scelte e dagli atteggiamenti dell’olandese. Poi però il Presidente è uscito allo finalmente allo scoperto, confermando tutto, con una delle sue consuete battute: “Alla Sacra Famiglia molti potrebbero tenere bene lo spogliatoio”, la stoccata rifilata ai microfoni di Iceberg, talk show di Telelombardia, mentre raccontava la sua prima giornata di servizi sociali
Clarence inizia quindi il weekend con la valigia in mano. Anche colui che lo ha sempre amato, che lo ha scelto nonostante lo scetticismo della dirigenza, o meglio, di Adriano Galliani, dopo settimane di assordanti silenzi e di rinvii, lo ha scaricato brutalmente. E proprio alla vigilia di una gara fondamentale per il destino del Milan. Seedorf, nella conferenza stampa dell’indomani, così come ha sempre fatto preferisce tagliare corto con un conciso “Non ho capito cosa volesse dire il Presidente con quella frase”. Sa già che dopo la partita con il Sassuolo non siederà più sulla panchina rossonera, ma preferisce rispondere sul campo a suon di punti e di vittorie, incrementando quello stupore e quel dissenso popolare per un congedo quanto mai immotivato ed ingiusto. Ad accompagnare alla porta il tecnico ci pensa poi anche il suo acerrimo oppositore, ritornato ora fedele consigliere dell’ex Cavaliere, l’a.d. dalla cravatta gialla: “Questo è ma…”, risponde pochi minuti prima della gara al figlio, che non si spiegava la presenza in campo di Keisuke Honda al posto di Adel Taarabt. L’allenatore non commenta a fine partita e l’episodio viene chiarito stamane via telefono.
Non solo cacciato, ma anche umiliato. Seedorf dalla sua però commette il fatale errore di non non raccogliere punti contro un’Atalanta ormai priva di obiettivi e di motivazioni, servendo su un piatto d’argento alla società l’alibi per un possibile licenziamento per giusta causa, che poi tanto “giusta” non è. E se uno parte, l’altro rimane: Adriano Galliani, dopo un inverno caratterizzato dagli screzi con Barbara e dai silenzi di Silvio, sembra ora tornato in auge e la sua poltrona più che mai salda.