L’uomo di Fusignano che ha sempre sussurrato dove contava: Arrigo non se n’è mai andato

Tutti ricordano l’estate 1997 come quella dell’addio di Arrigo Sacchi al Milan. E non fu certo un momento glorioso per la storia rossonera, reduce da una stagione travagliata con il buon tecnico romagnolo subentrando nel dicembre precedente ad Oscar Tabárez e terminando il campionato all’undicesimo posto. Ma, nonostante in seguito abbia allenato l’Atletico Madrid e il Parma per un brevissimo periodo, la carriera di allenatore si interruppe lì. Eppure il legame con la proprietà (Silvio Berlusconi) e la dirigenza (Adriano Galliani) non si è mai esaurito. Anzi, non si è neppure affievolito col passare degli anni.

Basti ricordare le frequenti sortite di Sacchi al Vismara per visionare la Primavera e le altre formazioni del Settore Giovanile rossonero. Non è solo per via dell’attuale ruolo (coordinatore delle Nazionali giovanili), ma soprattutto per un legame forte che esiste tra Sacchi e Galliani, in generale, e tra Sacchi e il “pupillo” Filippo Galli, in particolare. L’ipotesi di vedere l’ex giocatore rossonero in upgrade come vice allenatore della Prima Squadra ha senz’altro l’avvallo morale del buon Arrigo.

E che dire del suo rapporto un po’ contrastato con Zlatan Ibrahimovic che lo stesso Sacchi sconsigliò a Berlusconi, ma che il Cavaliere scelse comunque di prendere ascoltando il suggerimento di Luciano Moggi. Fu una delle pochissime volte che l’uomo di Arcore scelse di fidarsi del proprio intuito (e di quello altrui), scavalcando le parole del suo “fidato” Arrigo. E a sua volte l’ex allenatore di Fusignano non mancò di punzecchiare Ibra durante una celebre lite in diretta televisiva.

Per finire con le sue posizioni critiche nei confronti di Massimiliano Allegri la scorsa estate, quando addirittura, dopo alcune analisi sgradite, finì per provocare la minaccia di dimissioni da parte del tecnico livornese dopo la qualificazione ai gironi di Champions League contro il PSV. Insomma, Sacchi non ha mai fatto mancare stoccate, suggerimenti, idee e opinioni al mondo milanista che conta. A volte scomode, a volte velenose, le frecce dell’uomo di Fusignano hanno sempre e comunque lasciato un segno. Ora si prepara ad un grande ritorno con un lavoro silenzioso quanto prezioso coi giovani. Già, silenzioso. Una dote che proprio non appartiene al buon Sacchi. Dieci giorni e (forse) sapremo tutto.

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