Alessandro Jacobone in: “What’s going on to AC Milan?”

Quello che sta accadendo al Milan ha dell’incredibile. Si è appena vinto un derby ma il clima attorno alla squadra ha lo stesso stantio odore dei ritorni a Malpensa dopo le sconfitte di Monaco ed Istanbul.
In pochi riescono a dare una logica a questo ostile trattamento all’attuale allenatore rossonero. Altri preferiscono seguire a prescindere il Pifferaio magico e i suoi dettami, forse dimenticando che nella fiaba dei fratelli Grimm i topi fecero una brutta fine.

Che bella la matematica e che belle sono soprattutto le vittorie rossonere. I 32 punti in 17 partite obbligano l’ex mister Massimiliano Allegri e i suoi orfani ad emigrare in paesi lontani per sottrarsi ad una sentenza senza appelli. Ma, ancor più interessanti sono le statistiche tanto amate dall’Amministratore del settore tecnico rossonero che però sembra essere in questo momento colto da amnesie preoccupanti. 4 goal subiti nelle ultime 8 gare, due dei quali presi contro la Roma. Nessun goal subito da situazioni di palla ferma, problema assai vivo nella passata gestione, e una solidità difensiva in grado di disinnescare il feroce twittatore nerazzurro che fino alla settimana scorsa faceva impazzire le squadre avversarie. Un Constant rinato e diligente, un Mexes rigenerato e tornato ad essere il leader difensivo conosciuto in maglia giallorossa, altri due carichi da novanta da mettere sulla bilancia a favore di Seedorf. Vogliamo parlare di Rami definito dal livornese non pronto e il funambolico Taarabt proprio da Clarence richiesto? Dai, finiamola qua, perché non vorrei avere sulla coscienza la bile dei topini ai quali è stato consegnato lo spartito da suonare fino a fine stagione.

Clarence Seedorf va invece per la sua strada costellata di punti e definito da molti un “uomo solo”, si è ritrovato poi non così tanto solo dopo il lancio dell’hashtag #iostoconseedorf che ha dimostrato quanto i tifosi abbiano apprezzato il suo lavoro. Quando ho lanciato l’hastag, l’ho fatto quasi per gioco e con solamente la voglia di gridare al mondo, con i mezzi a mia disposizione, la mia posizione a riguardo. Una posizione che alcuni hanno cercato di screditare ma che ha avuto la risposta di chi davvero ama il Milan senza nessun interesse, ovvero i tifosi.

What’s going on to AcMilan? Tradotto in italiano, cosa sta succedendo al Milan. E’ la domanda più frequente che mi sento porre da qualche settimana a questa parte. Dagli Stati uiniti al Sud America. Dall’indonesia alla lontana Australia. Me lo chiedono in tanti e tanti di loro sono nuovi amici figli dei social network così tanto bistrattati da alcuni ma così tanto ostentati nei numeri quando fa comodo per giustificare le politiche dei parametri zero. L’amore per il Milan non ha confini geografici e le testimonianze di malcontento stanno salendo vertiginosamente nei numeri. Probabilmente vengono considerati solamente come un dato marketing da sfruttare nei workshop in quel di Sardegna e in questo si fa un grossolano errore di valutazione. Chi punta ai risultati marketing e all’apertura ai nuovi mercati, dovrebbe fare molta attenzione poiché i loro ambiti clienti sono decisamente insoddisfatti e e mentre in Italia si fa una ingiustificata e interessata guerra al nostro allenatore i vari #Let’s go Milan sul web sono sempre più sostituiti da #Galliani_away_from_acmilan. E questo accade, come dice un vecchio coro della sud, in Italia, in Europa e nel Mondo.

Alessandro Jacobone Milanisti Non Evoluti
@nonevoluto

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