“La prossima volta puntuali, mi raccomando“. Così Filippo Inzaghi ha salutato ieri i ragazzi della Primavera al termine dell’allenamento. Niente addio quindi, nessuna lacrima e nessun abbraccio. Una frase breve invece, un semplice appuntamento, uscito dalla bocca del tecnico con quella sicurezza tipica di chi, in realtà, sereno proprio non è. Perché Pippo lo sa ormai, dovrà presto salutare i suoi giocatori per andare a sedersi, con tutta probabilità, sulla panchina della prima squadra. Attende solo l’ufficialità.
“Se il Milan mi chiamasse per altre mansioni, io sarei ben felice di accettare. Ma per ora sono ancora l’allenatore della Primavera”, ha dichiarato qualche minuto prima di scendere in campo per la seduta. Insomma, l’ex numero 9 milanista sta già riassaporando l’odore dell’erbetta di San Siro, ma non lo vuole ancora dire. Risponde ad ogni domanda con diplomazia, sforzandosi di non lasciar trasparire nessuna emozione. Ma gli occhi brillano e l’ansia lo divora, così come lo tormentava nelle notti prima delle gare di Champions. Noi lo conosciamo bene e sappiamo come viva ogni momento decisivo con passione e trepidazione. Nulla da fare: aspetta solo quell’annuncio, quella chiamata, così come un giovane innamorato aspetta il messaggio della sua “bella”.
Inzaghi ha cercato ieri pomeriggio di mascherare questa voglia irrefrenabile di promozione conducendo l’allenamento al Centro Sportivo Vismara con la sua consueta dedizione, con la grinta che lo contraddistingue, incoraggiando la squadra a concentrarsi sul prossimo impegno, il Trofeo Dossena. I ragazzi lo hanno seguito, come sempre attenti ed entusiasti. Ma l’aria che si respirava, gli sguardi, appunto, erano proprio quelli di un addio, un addio molto dolce però. Perché per quanto SuperPippo lascerebbe con grande dispiacere i suoi ragazzi, che gli hanno dato tante soddisfazioni, potrebbe finalmente coronare un altro sogno, l’ennesimo a tinte rossonere: diventare l’allenatore del Milan dei grandi.
This post was last modified on 30 Maggio 2014 - 16:00