Lino Dimitri è giornalista pubblicista dal 2012. Redattore di SpazioMilan.it dal settembre 2011: è sua la firma nell’editoriale del sabato. Lavora nella redazione di LecceNews24.it occupandosi di cronaca, politica, eventi e sport. In passato ha collaborato con Bordocampo.net e Sportmain.it.
Tra polemiche e incertezze, dubbi e veleni, il Milan sta ritrovando per questo rush finale quello che sarà il vero punto fermo del Diavolo che verrà: a prescindere da come finirà la stagione, da chi sarà il tecnico, da quale saranno gli obiettivi, l’unico vero punto esclamativo nel di interrogativi rossoneri è quello legato allo status da incedibile di Stephan El Shaarawy. L’attaccante savonese, che ha riassaporato con la Primavera il profumo dell’erba dopo quattro mesi passati a guardare, è pronto a rientrare in campo, a riprendersi il Milan, a tornare ad essere il ‘Faraone’ del calcio italiano.
La prima convocazione è arrivata nel derby contro l’Inter che, però, non è coincisa con il suo rientro in campo. Con il suo apporto, soprattutto in termini realizzativi, Stephan avrebbe potuto cambiare la stagione del Milan, costretto a rincorrere un traguardo difficile da festeggiare, visto l’effetto boomerang che una qualificazione ai preliminari di Europa League comporta. El Shaarawy lo scorso anno è stato il miglior marcatore rossonero in campionato (16 goal) e in assoluto (19 reti comprese le coppe: la sua assenza è una delle inconfutabili attenuanti della stagione del Milan: un handicap notevole, come lo sarebbe stato ad esempio per il Napoli dover rinunciare alle 17 reti messe a segno quest’anno da Higuain o per l’Inter se privata dei 15 goal di Palacio.
Difficile capire se i problemi al quarto dito del piede sinistro sono definitivamente alle spalle, ma il ‘Faraone’, se pienamente recuperato, non può che rappresentare il punto da cui ripartire, il primo vero acquisto in vista della prossima stagione, un pilastro per un progetto ancora soltanto abbozzato, che ha bisogno di trovare basi solide. Per un Milan in cerca di nuovi leader, di nuove certezze, di giocatori che capiscano per davvero l’importanza di scendere in campo per il nome sullo stemma e non per quello sulle spalle, lui potrebbe essere la risposta. Talento, età, legame con la maglia: El Shaarawy non può che essere il primo mattone della rifondazione milanista.
This post was last modified on 10 Maggio 2014 - 13:49