Non chiamatelo sicurezza, ma spaccatutto sì. Constant, alla vigilia del derby, aveva dichiarato di voler metterci l’anima contro l’Inter, e sul campo ha dimostrato forza ed impegno. Pochissime azioni offensive, ma un buonissimo lavoro in fase difensiva, senza mai rischiare nulla e sopravanzando nettamente Jonathan, suo diretto avversario. Sostanza e corsa, insieme ad una condizione fisica più che discreta.
E’ il periodo di Constant che, dalla Lazio in poi, ha giocato dall’inizio 7 sfide su 8 (assente contro il Chievo, ma solo per squalifica). Un mese intero, quello di aprile, dove Kevin è stato sempre dignitoso. Ad Emanuelson ha lasciato la polvere, ormai finito fisso in panchina. Constant ha dimostrato con serietà come si fa a conquistare la fiducia di un allenatore, grazie al lavoro e nonostante una piazza che mai lo vedrà come vera risorsa. Ma intanto i numeri dicono che Constant ha preso il posto di Abate.
I rossoneri hanno trovato equilibrio, Constant ha acquistato senso: almeno fino a fine stagione, sarebbe sbagliato cambiare. Una paradossale fiducia.