Gli occhi di tutti gli appassionati del calcio saranno puntanti, nella serata di domani, su Lisbona, precisamente sullo stadio da Luz, dove andrà in scena l’atto finale della Champions 2013-2014, che vedrà attori il Real Madrid di Carlo Ancelotti e l’Atletico Madrid di Diego Simeone. Alla vigilia della più affascinante sfida dell’annata, il tecnico dei Blancos ha rilasciato un interessante intervista ai microfoni del DailyMail.
Ecco quanto dichiarato da Ancelotti sulla possibilità di eguagliare il record di Bob Paisley: “Paisley ha vinto tre Coppe dei Campioni nel ’77, ’78 e ’81 (tutte alla guida del Liverpool), spero di unirmi a lui domani sera, ma non è una motivazione, solo un motivo d’orgoglio. Spero di entrare nella storia del Real Madrid vincendo la Decima”.
Sulle sue origini e la sua giovinezza: “Sono cresciuto in una famiglia umile, che mi ha saputo trasmettere i giusti valori. Non abbiamo mai comprato nulla al supermercato, facevamo tutto in casa: dal pane, passando per latte, uova e formaggio. Tutt’oggi non giro in una Ferrari, ma in un Opel”.
Un confronto anche con Josè Mourinho: “Io durante le conferenze stampa sorrido, ma so che mi uccideranno se perdo domani sera. Mourinho è uno che divide e l’ha fatto anche qui: c’è molta gente che ancora lo apprezza, altra meno. Non bisogna dimenticare che Josè ha vinto qui una Liga con 100 punti e con più di 100 gol fatti”.
Su come gestire il successo nel mondo del calcio: “Un giorno sei in cima, quello dopo puoi essere sul fondo. Tutti gli elementi di una squadra e tutti gli addetti ai lavori devono essere coinvolti nel progetto del tecnico e della società. I giocatori non devono esser visti come soldati che eseguono ordini”.
Un commento su Cristiano Ronaldo: “Ora capisco perché Ferguson diceva che era il migliore: è un professionista esemplare, segna da ogni posizione e fa gruppo con i compagni. Prima di ogni gara, Cristiano, Benzema e Bale si caricano a vicenda ed in campo giocano l’uno per l’altro”.
Ancelotti poi indica il suo 11 migliore possibile: “Citarne solo 11 è impossibile. In porta direi: Van der Sar, Buffon, Casillas, Diego Lopez e Cech. Terzini sinistri: Maldini, Ashley Cole, Marcelo e Maxwell. Terzini destri: Cafu ed Ivanovic. Centrali difensivi: Terry, Nesta, Stam, Thuram, Cannavaro, Thiago Silva e la lista può andare avanti. Centrocampisti: Pirlo, Lampard, Xabi Alonso, Deschamps, Gattuso, Attaccanti: Shevchenko, Kakà, Inzaghi, Ibrahimovic, Del Piero, entrambi i Ronaldo, Drogba, Anelka, Torres, Crespo, Zola. Trequartisti: Ronaldinho, Rivaldo, Rui Costa, Bale…. Ah mi sono dimenticato di Zidane! (ride ndr) Ma ce ne sono molti altri che mi sto dimenticando”.
Sul rapporto con i suoi presidenti: “Sono stato molto fortunato nella mia carriera perché ho sempre avuto grandi numeri 1. Berlusconi e Perez sono però diversi da tutti gli altri, perché loro sono cresciuti tifando la loro squadra e quindi ti danno più supporto”.
Sul possibile passaggio al Real Madrid già nel 2009: “Perez provò a portarmi a Madrid già nel 2006 e qualche anno dopo, ma in quel periodo non era presidente del Real e quindi decisi di approdare al Chelsea“.
Sull’avventura al Psg: “Mi era stato detto che avrei avuto del tempo per costruire una squadra che potesse dominare in Francia ed in Europa. Ho deciso e lasciare Parigi quando uscimmo ai quarti di Champions League, tutti iniziarono a lamentarsi e io capii che in realtà non avevo margini di errore”.
Sulla tragica finale di Istanbul: “Il primo tempo è stata una delle performance migliori che tutte le mie squadre abbiano mai fatto. Anche il secondo tempo, dopo il 3-3, abbiamo giocato bene. Scherzo spesso con Xabi Alonso negli allenamenti, lui mi guarda e io gli dico: Ei, hai una coppa che mi appartiene”.
Sulla trionfale semifinale contro il Bayern Monaco (vinta complessivamente dal Real 5 a 0 ): “Noi eravamo motivati a 1000. Abbiamo utilizzato un’ottima tattica, con Bale che arretrava per aiutare in fase difensiva. Credo che affrontare le squadre tedesche nei turni precedenti sia stato un vantaggio per noi”.
Chiusura sulla finale di domani sera contro l’Atletico: “Con loro sono state gare difficili in campionato, in casa abbiamo addirittura perso. Il vantaggio è che conosciamo il loro valore. L’assenza di Costa è importante, ma il vero punto di forza dell’Atletico è il collettivo. Adesso però sono tranquillo, non sento la pressione”.
This post was last modified on 23 Maggio 2014 - 17:41