Fu davvero una settimana da favola. Dopo la vetta d’Europa conquistata a Manchester tre giorni prima contro la Juventus, sabato 31 maggio 2003 arrivò anche la Coppa Italia. A San Siro per di più. Già, perché undici anni fa la finale si giocava a partita doppia e il Milan contro la Roma di Totti e Cassano, dopo un sonoro 4-1 rifilato all’Olimpico, si aggiudicò in casa la competizione accontentandosi di un pareggio. Così Paolo Maldini, a distanza di poche ore dai festeggiamenti per la Champions League, alzò il secondo trofeo stagionale: da leggenda.
La squadra di Carlo Ancelotti, galvanizzata dalla vittoria dell’allora sesta “Coppa dalle grande orecchie” e forte del risultato rassicurante dell’andata, scese in campo con grandi motivazioni e riuscì a tamponare la furia giallorossa. Dopo l’uno-due siglato dal capitano romanista infatti, i rossoneri riportarono il risultato in parità con Rivaldo e con una rete allo scadere del solito ed immancabile Pippo Inzaghi. Poi fu festa grande.
Due trofei, uno stadio, una squadra, una stagione. Ma soprattutto un regalo del presidente Silvio Berlusconi che, con rinforzi di primissimo livello riuscì a costruire per la terza volta, dopo le gloriose ere di Sacchi e di Capello, un gruppo capace di grandi imprese e di vittorie leggendarie, che dominò la scena internazionale per molti anni. Rimane così il ricordo, meraviglioso ma allo stesso tempo un po’ amaro, di queste due vittorie storiche e di un Milan che fu spettacolare ed imbattibile.