Che noia essere normali, Adel Taarabt anche solo a sembrare di essere scontato proprio non ci sta. Parole mai banali e belle sostanziose, semplici ma dirette, come quelle che ha rilasciato stamene in un’intervista a Tuttosport.
Sul suo primo bilancio in rossonero: “Dopo una manciata di minuti avevo già segnato al Napoli. Un gran gol, tra l’altro. Poi ho giocato molto bene a San Siro con il Bologna e poi ho ancora segnato a Marassi contro la Samp. Poi la discesa? Male a Madrid, in Champions. E a quel punto, anche perché la gara dopo si sarebbe giocata a San Siro, Seedorf mi ha preso da parte e mi ha detto che mi teneva fuori per proteggermi. Per evitare che finissi anch’io nella contestazione“.
Su Seedorf: “Con lui mi trovo bene, abbiamo un’ottima relazione. E non solo perché mi ha dato subito la possibilità di farmi vedere. E’ che lui è stato un grande campione che giocava nel mio ruolo. E così i consigli arrivano a pioggia. Mi ripete che ho grande talento, ma non ho altrettanta concentrazione. Per essere un campione devo stare sempre sul pezzo per novanta minuti. E poi mi consiglia di giocare più semplice, di non avere solo il dribbling come caratteristica, a giocare di più con i miei compagni, ad avere una visione periferica del gioco. Quando si perdono tre partite di fila non si può restar tranquilli: l’ho visto subito molto preoccupato, era un momento pericoloso per il suo futuro. Ma subito ci ha preso tutti da parte per darci consigli e dirci come si poteva uscire dalla crisi“.
Su Galliani: “E’ fondamentale per tutti noi. Ha vinto tutto, ma quel che più conta è che è sempre positivo. Anche quando si perde, incoraggia più di sgridare. E dà tutto per il Milan“.
Sull’Europa League: “Ci crediamo. Il peggio sembra alle spalle, anche se la Champions è un’altra cosa, dobbiamo provarci. E’ comunque una competizione di prestigio: l’anno prossimo potrebbe esserci il Manchester United, l’Atletico l’ha vinta due volte e adesso si gioca la Champions, per non parlare del Siviglia e del Porto, tutte grandi squadre“.
Sulle “cavolate” fatte in carriera: “Balotelli sa bene quello che accade in Inghilterra, anche se giochi bene, conta solo se fai una cavolata. Qui è diverso: anche se fai una cavolata, ma giochi bene, sei un idolo. Ma sono impossibili, perché ogni volta che esco c’è qualcuno che avvisa subito Galliani. Non posso fare un passo senza che lui sappia tutto. Aneddoti? Un giorno l’allenatore mi ha tolto e allora me ne sono andato via dallo stadio in pullman, assieme ai tifosi. Alla vigilia della partita del Marocco capisco che non gioco, chiamo la segreteria del Fulham e mi faccio prenotare un volo Marrakesh-Marsiglia e mentre la squadra va allo stadio io vado in Francia. Mi hanno cercato per due giorni, in Marocco, senza sapere che fine avessi fatto. Ora, finché non firmo il riscatto, me ne sto bravo. Poi vediamo… Ma non scrivetelo“.
Infine, attenzione alle parole sul riscatto: “Accordo già trovato? Non mi risulta. E, a questo punto, potrei anche rallentare l’accordo e firmare il 31 agosto, così salvo almeno le vacanze…“.
This post was last modified on 5 Aprile 2014 - 15:59