Arriva la Primavera, fiorisce il Milan. L’equazione non è solo una speranza, ma un verdetto che per il campo, fino adesso, vale come regola. Lazio, Fiorentina e Chievo, nella nuova stagione i rossoneri sembrano aver cambiato pelle. La filosofia di Seedorf come medicina per una squadra ancora in convalescenza. L’attacco è tornato ad essere cinico (6 gol in 270 minuti), ma rimane comunque il sesto della Serie A, la difesa finalmente solida (anche se sono 43 in 31 giornate le reti subite in campionato). La mediana, invece, è più problematica.
Il cambio di allenatore ha significato anche il cambio di modulo e di fatto ha ridotto il centrocampo, ma soprattutto reso innocuo un intero reparto in termini di realizzazione. E’ da quasi 3 mesi che la mediana non segna, dal 3 a 4 di Montolivo a Sassuolo (12 gennaio), che nella sostanza non servì a nulla, anche se rappresentò la fine dell’esperienza in panchina di Allegri. Il capitano ce la mette tutta ma non sta brillando, ha messo la firma in due misere occasioni (Sassuolo, appunto, e Catania). Pochissimo. Con Seedorf, il 4-2-3-1 in questo senso ha significato più corsa e poca proposizione, recuperi più che conclusioni. Lavoro perfetto per De Jong, l’unico centro in rossonero è datato 20 ottobre 2012 (Lazio-Milan 3-2). Compito gradito a Muntari (fermo per 2 settimane), che lo scorso ottobre è stato e rimasto sì il giocatore più prolifico dopo Balotelli (5 gol) ma che è anche fermo dal 2-2 di Milan-Roma del 16 dicembre 2013: troppo tempo per uno che conosce bene questo “vizio”. Essien, per caratteristiche, calza a pennello come ruolo ma prima di qualsiasi cosa va trovato un vero senso al suo acquisto prima e la condizione fisica poi. E in questo caso è di ieri il problema alla coscia. Diverso e più difficile il discorso per Cristante, uno dei più limitati dallo schieramento, e per Poli, avanzato di posizione ma a secco addirittura da settembre (Bologna-Milan 3-3).
In soccorso, però, arriva la difesa. Da Rami (3 gol) a Mexes e Zapata (2), fino a Silvestre (1): i centrali stanno garantendo delle buonissime cifre in proiezione offensiva. Un valore aggiunto, una consolazione che nel calcio moderno dimostra come per vincere non basta avere il classico bomber.
This post was last modified on 5 Aprile 2014 - 10:25