Livorno: Paulinh-ok, difesa da brividi

Oggi pomeriggio, alle ore 15.00, il Milan ospita il Livorno di Domenico Di Carlo. Gli amaranto sono reduci da una brutta sconfitta interna subita per mano del Chievo, diretto concorrente per la lotta salvezza, e in classifica occupano quella 18ma posizione che significherebbe retrocessione. Il Bologna, al momento quartultimo, dista però soltanto tre punti. Insomma, la compagine toscana può ancora sperare nella permanenza in Serie A: è pronta a giocare ogni partita con il coltello tra i denti e a cercare di vendere cara la pelle contro chiunque. Gli uomini di Clarence Seedorf sono avvisati. Vietato sottovalutare l’impegno.

Punto di forza: il contropiede.
A San Siro, salvo colpi di scena, il Livorno dovrebbe mettere in scena una prestazione caratterizzata da grande aggressività e spirito di sacrificio. Il 3-5-2 di Di Carlo prevede che il folto pacchetto di centrocampisti corra alla follia e badi in prevalenza alla fase difensiva, per garantire intensità e densità e cercare di proteggere la retroguardia, mentre il gioco d’attacco dovrebbe svilupparsi tramite azioni di rimessa comandate dalla coppia d’attacco e supportate dagli inserimenti di almeno uno tra gli interni di centrocampo. Le due punte amaranto, Paulinho – che tra l’altro è anche un buon finalizzatore – ed Emeghara (favorito su Siligardi), dispongono di doti da contropiedisti: rapidità, esplosività, cambio di passo e resistenza. Ecco allora che, al presentarsi di spazi per ribaltare il fronte e colpire, la coppia d’attacco toscana è in grado di ripartire con efficacia ed esprimere al meglio il proprio potenziale.

Punto debole: la difesa.

Il reparto più fragile del Livorno è la retroguardia. I 64 gol subiti in 33 incontri (quasi due reti incassate a partita) non rappresentano pura retorica. I centrali difensivi a disposizione di Di Carlo non sono all’altezza della situazione e peccano sotto molti aspetti. Già, pur presentando un buon fisico e uno stacco di testa di tutto rispetto, i difensori amaranto hanno grossi problemi riguardanti il senso della posizione, la comprensione dello sviluppo delle azioni, la mobilità, il mantenimento della giusta concentrazione e l’impostazione del gioco: spesso commettono gravi ingenuità e concedono gol davvero banali. In fase di copertura, nemmeno gli esterni di centrocampo sono esenti da colpe: faticano negli uno contro uno, a volte non scalano con la giusta puntualità e vanno in difficoltà dinanzi alle diagonali. Di conseguenza, le buone prove di Bardi e l’impegno di un centrocampo dinamico e volenteroso non bastano per evitare di subire gol.

Giocatore chiave: Paulinho.

Il centravanti brasiliano è l’anima della compagine amaranto. Opportunista, veloce e versatile, sempre in movimento, bravo a smarcarsi e a concludere al meglio le occasioni a propria disposizione, la prima punta amaranto è il più pericoloso tra gli uomini a disposizione di Di Carlo. I 13 gol realizzati in 30 presenze stagionali non rappresentano un caso. Leader di un gruppo in netta difficoltà.

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