Ha segnato all’andata, un 1-1 (in 11 contro 10) che rimarrà nella memoria più per il dopo che per il durante, con la prima contestazione dei tifosi fuori da San Siro. In carriera, è il calciatore che, insieme a Balotelli e Pazzini, ha colpito più volte il Genoa (3). Kakà, nome e precedenti che bastano per avvisare “Marassi”. Il Milan stasera è costretto a vincere se non vuole perdere l’Europa, ma di fronte ci sarà un avversario solido e fastidioso, soprattutto in casa.
Ricky arriverà all’appuntamento fresco di 300 presenze, una doppietta ma anche pesanti voci sul suo futuro. L’America chiama, è stato lui stesso a presentare lo scenario, poi ci hanno pensato Galliani ed insistenti indiscrezioni. Al momento sembra che l’Orlando City Lions sia un’occasione ma dal 2015, quindi la clausola che permetterebbe al brasiliano di liberarsi subito in caso di mancata qualificazione in Champions non dovrebbe essere usata. Il condizionale è d’obbligo perché Kakà non è solo cuore e sentimenti, dietro ci sono due personalità importanti ed ingombranti che curano i suoi affari: il portavoce Diogo Kotscho, che di recente ha rimandato ogni discorso a fine stagione, e soprattutto il padre-procuratore Bosco Leite, una spina nel fianco che (giustamente) sa farsi valere sul tema denaro. Non a caso la scorsa estate, proprio quando il ritorno di Kakà in rossonero era cosa fatta, è stato uno degli ultimi ad “arrendersi” di fronte al grande e necessario sacrificio da operare sull’ingaggio pur di liberarsi dal Real Madrid.
Kakà continua a pensare solo al campo, ai sorrisi contagiosi e a trascinare di nuovo la squadra al successo. All’orizzonte però ci sono ombre e preoccupazioni, l’addio imminente non si può ancora escludere.