L’inaugurazione di Casa Milan non è stata solo la prima conferenza pubblica di Barbara Berlusconi, ma ha anche permesso all’ad rossonero di presentare il nuovo Direttore Commerciale Jaap Kalma, a cui abbiamo dedicato un approfondimento nella serata di ieri.
Dottor Kalma, che cosa l’ha spinta ad abbracciare il nuovo progetto Milan?
“È una sfida, il progetto è bellissimo e stiamo parlando di un mondo in forte cambiamento. Il calcio mi affascina: sono entrato in contatto, nelle mie recenti esperienze, con alcuni club inglesi di cui ho visto e vissuto la trasformazioni. Faremo come loro, meglio di loro“.
Come si può migliorare ed amplificare il brand rossonero?
“Qui c’è un potenziale inespresso, penso agli Stati Uniti anche se lì è proprio un mondo completamente diverso. In passato i club di calcio sono stati gestiti molto attraverso la passione, tant’è che la parte sportiva è sempre stata molto avanzata. Ma occorre portare una maggiore struttura alla parte aziendale“.
In che modo?
“Proprio oggi ragionavo sulla distanza che spesso esiste tra il club e i propri tifosi: è impensabile. Il pubblico deve sempre essere preso sul serio: questo rappresenta il modo di lavorare. In altri paesi, in altre realtà, esiste una maggior professionalizzazione della parte non sportiva, che pur è basilare per i risultati che porta“.
In base a questo concetto, come configura il progetto per lo stadio del futuro?
“Lo stadio in sé è un’esperienza diversa, dove vivere la partita con le persone che vuoi tu. Facciamo un esempio: per una gara di football, gli spettatori arrivano la mattina per vivere l’intera giornata. L’esperienza stadio deve essere questa. È quello che si vive dentro e fuori dal campo, ma non ci devono essere noia e paura“.
In che senso?
“Conosco persone che vorrebbero portare i propri figli allo stadio, ma hanno paura. Non esiste, ma purtroppo lo capisco. San Siro ha tanti limiti strutturali, a partire dalla strada che dev’essere fatta a piedi dalla metropolitana per raggiungerlo“.
Dottor Kalma, lei arriva da Maranello. In quanto tempo il Milan potrà tornare ad essere una Ferrari?
“Ferrari è un’azienda molto diversa, è una squadra sportiva particolare con pochi giocatori e tantissimi tecnici. E poi ci sono due realtà parallele, sportiva e non, legate dallo stesso marchio. Qui abbiamo solo la parte sportiva, quindi occorre ampliare le altre branche del brand in chiave commerciale. A partire, ad esempio, da Milan Lab“.