Da quando è tornato Pazzini, Seedorf ha potuto contare su un’alternativa validissima alla prima punta del suo scacchiere tattico, Balotelli. Lo schema, il noto 4-2-3-1, ha portato una mentalità offensiva alla manovra rossonera, ma nella realtà dei fatti quanto giova avere come perno offensivo un attaccante come il numero 45?
Spieghiamoci meglio: in campionato, soprattutto a San Siro, i rossoneri hanno fatto molta fatica in questa stagione, soprattutto con le medio-piccole, non ultima il Catania. Balotelli, per indole, ama giocare negli spazi, ama arrivare in area e non stazionarci di continuo; la conseguenza è che manca un concreto punto di riferimento che sappia fare quel lavoro tipico da attaccante d’area di rigore. Quell’attaccante è senza dubbio Pazzini.
Un’immagine eloquente è quella che riguarda Kakà quando, nella ripresa, palla al piede parte dalla trequarti inseguito da Rinaudo che lo blocca soltanto al limite dell’area di rigore, prendendosi il giusto cartellino giallo; Kakà stava per superare l’avversario, ma in area non c’era nessun rossonero. La squadra di Seedorf fa molta densità fino alla trequarti, ma spesso non viene prodotto nulla di rilevante, tranne i tiri da fuori (ben 18 i gol figli di questo tipo d’azione, in Europa secondi solo dopo il Real Madrid).
Perché allora non provare la coppia Balotelli-Pazzini? Magari facendo partire il primo più defilato, per poter permettere al secondo di giostrare in area di rigore avversaria. C’è da dire però che in rosa le prime punte sono davvero contate: Matri è in prestito alla Fiorentina, Petagna, giovanissimo, è infortunato. Le cose forse non cambieranno molto da qui alla fine della stagione, ma sarà curioso vedere come si comporterà Seedorf (se confermato) nella prossima stagione.
This post was last modified on 15 Aprile 2014 - 23:36