Vincere contro il Genoa per non smettere di correre (con affanno) verso l’Europa, obiettivo più nella testa che nel cuore, conquistare un successo che varrebbe un numero consecutivo di punti da record dall’avvento di Seedorf in poi, ma anche sfatare un incubo che sembra senza fine: la difesa a 3.
Da inizio anno fino a questo momento, sono state 10 le sfide che il Milan ha giocato con di fronte avversari schierati con questa tattica difensiva “all’italiana”. E i numeri mettono anche i brividi: solo 2 vittorie, 4 pareggi e ben 4 sconfitte. Nel complesso conquistati 10 punti su 30 (media 0.33), o forse è meglio dire che se ne sono persi 20 per strada. 2 a 2 con il Torino all’andata, 1 a 1 al ritorno. 1 a 0 firmato Birsa con l’Udinese e 1 a 0 firmato Di Natale al Friuli. 1-1 con il Genoa a San Siro (al quale seguì la prima grande, plateale e feroce contestazione dei tifosi alla squadra), aspettando la notte di Marassi. L’1 a 0 del derby con il tacco di Palacio. L’incredibile e rocambolesco 3-3 a Bologna e poi la bomba di Balotelli in casa. Il doppio ko con la Juventus: 3-2 prima e 0-2 poi. Una difficoltà sia con Allegri che con Seedorf, prove a sufficienza affinché tutto questo non rappresenti un semplice dettaglio ma anzi un vero e proprio limite.
Lunedì prossimo il Milan dovrà superare anche questa statistica, dimostrare di poter disporre di più soluzioni per far fronte alla palese mancanza di efficacia quando di mezzo ci sono formazioni con una retroguardia meno nutrita ma più compatta. La scontatezza dovrà lasciare il posto all’imprevedibilità soprattutto di Balotelli, Kakà e Taarabt (che un mese fa ha manifestato pubblicamente il prblema). Un passo in più verso le zone nobili della classifica, la difesa a 3 non può far paura.
This post was last modified on 5 Aprile 2014 - 20:12