Uno a destra preciso e silenzioso, l’altro a sinistra scattante e solista. Opposti sul campo, come nella vita. Honda alla Gazzetta dello Sport e Taarabt a TuttoSport hanno messo sotto i riflettori i loro primi mesi di Milan andando a toccare anche il tema Seedorf.
Per il marocchino la figura del Mister si è dimostrata determinante: “Con lui mi trovo bene, abbiamo un’ottima relazione. E non solo perché mi ha dato subito la possibilità di farmi vedere. E’ che lui è stato un grande campione che giocava nel mio ruolo. E così i consigli arrivano a pioggia. Mi ripete che ho grande talento, ma non ho altrettanta concentrazione. Per essere un campione devo stare sempre sul pezzo per novanta minuti. E poi mi consiglia di giocare più semplice, di non avere solo il dribbling come caratteristica, a giocare di più con i miei compagni, ad avere una visione periferica del gioco”. Le assenze post eliminazione in Champions non erano una punizione, bensì una forma di protezione: “Per non farmi finire nella contestazione”. E ora Taarabt è tornato, più carico e fedele che mai.
Diverso il discorso di Honda: “Parlo spesso con Seedorf. Soprattutto all’inizio non capivo tante cose, allora andavo nella sua stanza per approfondire dettagli. All’inizio a destra non mi sentivo a mio agio, ma in mezzo c’è Kakà, che sta giocando bene, e io devo trovare il mio spazio. Adesso va un po’ meglio rispetto alle prime partite. Seedorf dice che ho le qualità per giocare a destra e ai giocatori capita di doversi adattare. Abbiamo filosofie differenti, l’importante è dialogare, e noi parliamo tanto, tutti i giorni”. Un feeling, quello con l’allenatore olandese, che evidentemente non è ancora scoccato.
This post was last modified on 5 Aprile 2014 - 16:01