Non verrà rischiato contro l’Udinese e, salvo colpi di scena, rimarrà a riposo: di sicuro, Andrea Poli si è dimostrato un guerriero anche fuori dal campo. A due giorni dal trauma cranico e dalla frattura del mignolo della mano destra (subiti dopo lo scontro con Caceres), ieri, Poli era a Milanello per mettersi alle spalle il pericoloso episodio: lavoro blando, ma è bastata la presenza. Come quella di oggi (insieme alle parole). Presenza che non si farà attendere sul campo il prossimo 11 marzo, quando a Madrid il Milan si giocherà un Champions intera: non vuole mancare, non può mancare.
Unico per caratteristiche, in rosa non c’è nessun vice-Poli in grado di ricoprire il ruolo di centrocampista avanzato e allo stesso modo di mediano di contenimento con la sua qualità, essenziale per gli equilibri del gioco di Seedorf. All’andata, colpendo un palo clamoroso, ha dimostrato di poter far male all’Atletico, al ritorno dovrà insistere di più. Lo stop che gli verrà concesso in campionato darà una chance a Muntari, al rientro dalle squalifiche sia in Serie A che in Europa. Ma se contro i Colchoneros è facile che inizi dalla panchina, con l’Udinese un posto da 1′ è possibile. E sarebbe una sfida speciale per Sulley, che proprio a Udine dal 2001 al 2007, sia nelle giovanili che in Prima Squadra (125 presenze, 8 gol), ha mosso i suoi primi passi della carriera.
Un ex in cerca di spazio. Sì perché dall’arrivo di Seedorf, Muntari è stato uno dei giocatori meno impiegati, anche se quasi sempre per sanzioni disciplinari più che per decisioni dell’olandese: fin qui, in 13 gare del 2014, in ben 8 occasioni è rimasto fuori. Solo un piccolo passo indietro comunque, nessuna involuzione.