Profilo basso e lavoro silenzioso, come sempre. Non è un momento facile per Zapata, che sta vivendo un 2014 di ombre e pochissime luci. Prima la lesione al bicipite femorale destro, subito in Milan-Udinese di Tim Cup (22 gennaio), poi il rientro con il Bologna in campionato e l’immediato stop muscolare nel riscaldamento, infine le 3 panchine di fila, Firenze compresa. Sullo sfondo l’ascesa di Rami, conferme per Bonera e adesso anche il buon momento di Mexes. Insomma, è diventato una riserva senze nemmeno poter lottare.
Squalifiche ed acciacchi però gli daranno una mano e la chance che tanto aspettava è in arrivo. Domani sarà in campo con il Chievo, complici le assenze di Mexes, De Sciglio e Abate (con Bonera ancora obbligato come terzino destro). Dopo 2 mesi pieni distante dal campo, Zapata avrà una ghiotta occasione, sperando non finisca come al Friuli, l’unico vero incontro giocato sotto la gestione Seedorf, quando ancora contro i suoi ex friulani scese in campo nell’1 a 0 firmato Di Natale. Il colombiano rimane un difensore semplice e spesso efficace, lento ma adatto in rosa. Con Allegri l’anno scorso, di questi tempi, rappresentava una garanzia nella rincorsa Champions, con Seedorf le cose, anche adesso che è tornato a disposizione, sembrano diverse.
Per Zapata è l’ora di dimostrare il suo valore, di farsi di nuovo notare per guadagnare fiducia e posizioni. Tempo e spazio ci sono, ora sembra esserci anche la serata giusta. Di fronte ci sarà Paloschi, conoscenza rossonera in grande spolvero: non l’avversario più comodo per ricominciare a correre. Ma a Zap gli esami caricano.