Andrea Longoni è giornalista professionista dal 2010. Lavora dal 2006 nella redazione sportiva di Telelombardia e Antenna 3. Inviato a seguito del Milan a Milanello e sui campi, conduce la trasmissione QSVS ogni martedì sera. Dal 2013 collabora con SpazioMilan.it.
A Milanello lo spogliatoio è spaccato. Dopo l’ennesimo risultato negativo, il più grave considerato il palcoscenico, emergono da più parti malumori e dissapori. Nel mirino della rabbia di gran parte del gruppo è finito soprattutto Mario Balotelli, nei confronti dei quali la misura è colma. Al Calderon l’ennesima prova deludente dell’attaccante. Passi una prestazione sottotono, l’atteggiamento irrispettoso verso compagni più esperti non è invece andato giù all’interno dello spogliatoio.
Kakà e De Jong su tutti, hanno provato a calmarlo quando in campo dava segnali di nervosismo nei confronti dell’arbitro, ma il bresciano se ne è infischiato, pensando bene di mandare a quel paese il compagno olandese alla fine del primo tempo. Si vocifera di un duro scontro tra Balotelli e i compagni anche dopo la partita, oltre che di un atteggiamento guascone nel viaggio di ritorno a Milano, quasi la sua squadra avesse vinto. Più in generale ai compagni non va proprio giù il fatto che a lui da Società e tecnico venga concesso tutto. Ad esempio i ritardi in allenamento (non esattamente una rarità), oltre alla possibilità di tornare spesso dalle trasferte con le sue fuoriserie, che gli portano gli amici, invece che con il pullman come il resto dei compagni. Il risultato è che nello spogliatoio SuperMario ha legato soltanto con una minoranza dei compagni.
I senatori vorrebbero vedere più spesso in campo Pazzini: scenario che, chissà, non possa già verificarsi col Parma. I giocatori contestano dunque la linea della difesa incondizionata del ragazzo scelta da Seedorf, che ora potrebbe cambiare. Infine un aneddoto: nello spogliatoio prima delle partite viene fatta ascoltare ad alto volume musica hip hop. Decisione, questa, presa dal tecnico e conosciuta nell’esperienza in Brasile. L’obiettivo è quello di caricare il gruppo, ma buona parte di esso, soprattutto quella italiana, non apprezza e fatica a concentrarsi. Forse è arrivato davvero il momento di cambiare musica, in tutti i sensi…
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