Chiaro e diretto. Come lo sentiamo su Radio Deejay insieme a Fabio Caressa, Ivan Zazzaroni analizza con schiettezza la crisi del Milan: “Bisognerebbe cambiare, ma non c’è la forza di farlo“, afferma il giornalista in esclusiva a SpazioMilan.it sottolineando errori commessi da società e direzione tecnica, ma anche indicando modelli che oggi i rossoneri potrebbero seguire per uscire dal pantano.
Ivan, da dove deve arrivare il cambiamento?
“E’ indubbiamente il momento di cambiare, ma non ne vedo la forza. Serve una strada nuova, a partire dal livello societario”.
Quindi da Galliani?
“Ho grande rispetto per il dirigente Galliani, che affrontano gli ultimi anni come i più complessi. Ma lui non è uno che puoi depotenziare”.
Palla a Berlusconi, dunque?
“Berlusconi in politica ha cambiato Forza Italia, mi rendo conto che forse sia più difficile cambiare il calcio. Lui e Galliani vivono un rapporto di lavoro con amicizia e riconoscenza, credo che il Cavaliere fatichi a trovare la strada per salutare uno come Adriano dopo anni di grandi risultati”.
Qual è la strada ideale?
“La Juventus è cambiata ed è un esempio. Dopo anni di sperperi post-Calciopoli è arrivato un presidente giovane, Andrea Agnelli, che ha azzeccato le mosse sul piano della gestione societaria e su quello tecnico. Sta cambiando l’Inter, è cambiato il Napoli, così come la Fiorentina. Il Milan è sempre stato all’avanguardia e deve svoltare. Mi rifaccio ad un’affermazione azzeccata di Demetrio Albertini…”.
Prego.
“La prospettiva non è il passato. Senza idee non si va da nessuna parte”.
Barbara ha idee buone?
“Non bisogna paragonarla a Galliani. Non è Barbara contro Adriano, ma un sistema contro un altro. Lei sicuramente vorrebbe creare una società diversa, ha una mente fresca con idee, giuste o sbagliate che siano”.
E Seedorf, intanto, traballa…
“Sono rimasto molto sorpreso. Ha forse peccato di ingenuità credendo di essere il progetto, ma lui è parte del progetto. Non è più il giocatore che in campo cambiava le partite, deve capirlo”.
Troppi errori?
“Da uno con la sua intelligenza non mi aspettavo certe ingenuità”.