Il rischio non è solo reale, ma sempre più vicino e alla fine probabile. Questo può essere il peggior Milan del XXI secolo.
Termine di paragone la stagione 2000-2001, con Zaccheroni prima e Cesare Maldini poi in panchina, quando i rossoneri chiusere il campionato al sesto posto, con 49 punti conquistati. Ora, con Allegri prima e Seedorf poi, sono solo 35, il che vuol dire che se da qui fino alla 34esima giornata (allora c’erano 18 squadre), dopo Milan-Livorno, non si otterranno almeno 15 lunghezze sulle 21 a disposizione (una media quasi da scudetto), il 2013/2014 si classificherà come l’anno più brutto degli anni 2000.
A Udine il Milan ha perso ancora, raggiungendo così quota 10 sconfitte in Serie A, una in più di quelle subite alla fine nel 2000-2001 (e siamo solo a marzo), e superando il numero di vittorie (9) e pareggi (8). Un incubo. Tra gol fatti e subiti (39 contro 38) rimane una misera differenza, basti pensare che ci sono 11 squadre che hanno incassato meno reti; mentre l’attacco, ieri rimasto ancora incredibilmente a secco, nelle cifre dimostra di non essere da Europa. C’è di più: era dall’’83-’84, 30 anni, che il Milan, dopo 27 giornate, aveva totalizzato un bottino così misero di punti, quando ne raggiunse 33 (adeguando il calcolo all’era dei tre punti).
Che sia un anno orribile non ci sono dubbi, che la testa al “Friuli” era alla Champions e più in generale all’anno prossimo anche. Seedorf ha ragione quando parla di “lunga ricostruzione”, ma deve stare attento a non entrare nella storia come l’allenatore di uno dei Milan più medocri del recente passato. La colpa non è solo sua, anzi, ma dal suo arrivo in poi le cose, nella sostanza, non sono migliorate.