La mano di Silvio Berlusconi nei 4 punti 6 conquistati dal Milan a Roma e Firenze, sulla conferma di Seedorf e soprattutto sulla ritrovata unione di intenti fra lo stesso olandese e Galliani. Niente di più vero, un retroscena che ha svelato stamane La Gazzetta dello Sport.
L’impatto di Clarence in panchina, all’inizio, non era visto così di buonissimo occhio dall’AD che, lo sappiamo, avrebbe preferito nettamente Filippo Inzaghi. Questo pensiero Seedorf lo conosceva bene e non lo ha lasciato indifferente, anzi, ha provocato un’insofferenza di fondo che fino a mercoledì sera si respirava ancora. Anche perché Seedorf, da sempre, ha amato ed ama relazionarsi con il Presidente in persona. E allora Berlusconi si è mosso, ha studiato e messo a punto una strategia semplice ma geniale: un vero regista. L’incontro in sede di una settimana fa è stato il primo passo, ma il vero cambiamento si è vissuto in ritiro, quando il “commissario” Galliani dopo l’Olimpico è rimasto insieme allo staff (la scaletta prevedva un rientro a Milano), ha pranzato due volte con la squadra (assistendo agli allenamenti) e, fondamentale, parlato fitto e a più riprese con l’allenatore. Qui è stata firmata la pace, si è trovata una linea d’intesa comune per ottenere il meglio senza farsi del “male”. Le parole dell’olandese in conferenza stampa, martedì (“con Galliani non c’è mai stata tensione ma una comunicazione sempre diretta, lavoriamo insieme per il bene del Milan“), lo dimostrano ampiamente.
Dopo il patto di convivenza Galliani-Barbara Berlusconi, dunque, Silvio Berlusconi è riuscito in un altro successo diplomatico. Ha chiesto a Seedorf di ascoltare di più l’AD e all’AD di non lasciare solo il tecnico. Ora sì che è tutto più Clarence.
This post was last modified on 28 Marzo 2014 - 15:16