Ci voleva Clarence Seedorf per mettere (quasi) d’accordo Galliani e Barbara Berlusconi, mai come oggi uniti nella drastica decisione di mettere in discussione l’operato dell’olandese. 180 minuti nei futuri 5 giorni saranno fonte d’ispirazione e decisioni bollenti in casa Milan. Galliani convoca Seedorf in sede e svicola quando all’uscita i giornalisti chiedono informazioni su tutto ciò. Lazio e Fiorentina parleranno invece: come sempre è al campo l’ultima parola. Due risultati positivi potrebbero far ridecollare l’esperienza a Milanello dell’allenatore olandese che fino ad oggi ha vissuto di pochi momenti esaltanti e non sempre vincenti (vedi l’andata con l’Atletico) e continue debacle anche pesanti come l’ultima casalinga col Parma.
L’esonero di Clarence Seedorf resterebbe qualcosa di clamoroso nella storia del Milan, qualora avvenisse è già pronto Mauro Tassotti a traghettare la squadra in questi ultimi mesi di Serie A. Resta il fatto che in società già si vagliano le opzioni nel caso in cui la squadra fallisse le due importanti sfide di campionato. In primis l’AD Adriano Galliani che ha sostenuto fino alla fine Max Allegri, e ora cerca di tenere insieme i cocci di una azienda Milan che comincia a scricchiolare in più punti: per lui la soluzione ideale dalla prossima stagione potrebbe venire direttamente dalla cantera rossonera, ovvero quel Pippo Inzaghi che sta dimostrando il suo valore con la squadra Primavera. Altro esordiente e il rischio è sempre lo stesso: si brucerà?
Chi invece vaglia opzioni esterne è il versante Berlusconi. Barbara soprattutto vuole un Milan competitivo con un mister all’altezza: subito dopo il Mondiale potrebbe liberarsi Cesare Prandelli, attuale CT della nazionale italiana, che andrebbe a iniziare un progetto sui 2/5 anni. Stesso discorso per il neo-disoccupato Luciano Spalletti. Portare un’idea di gioco precisa e avere polso nella gestione dello spogliatoio sembrano le credenziali essenziali per Lady B. Silvio, dal canto suo, apre per la prima volta ad una svolta sulla panchina. La sua esperienza lo porta ancora a vivere con l’idea romantica de “il Milan ai milanisti”. Unita ad un pizzico di aurea mediocritas la sua decisione balla esattamente a metà tra sua figlia e Galliani: il nome è Roberto Donadoni.