Durissime parole pronunciate questa mattina a Radio Manà Manà da Cristiano Sandri, fratello di Gabriele, il tifoso della Lazio ucciso l’undici novembre 2007 da un colpo di pistola sparato dall’agente Luigi Spaccarotella mentre si recava a Milano per assistere alla sfida della sua squadra contro l’Inter. Cristiano si è scagliato duramente contro l’attuale allenatore del Milan Clarence Seedorf, che allora era un giocatore rossonero e che quel giorno decise di non mettere il lutto al braccio nella sfida contro l’Atalanta, a differenza degli altri calciatori: “E’ un piccolo uomo: il suo rifiuto di portare il lutto al braccio per l’omicidio di mio fratello Gabriele fu un atto di anticonformismo fuori luogo oltre che di scarsa sensibilità. Dietro al grande giocatore c’è un uomo piccolo. Tutti i giocatori indossarono il lutto, la sua decisione si commenta da sola“.
Ci sarà, dunque, clima ostile contro il Professore domani all’Olimpico: “Accanto alla contestazione a Lotito ce ne sarà una contro Seedorf. Per questo motivo, spero che quanto accadrà nei suo confronti non venga strumentalizzato dai mass media e dall’opinione pubblica in generale come spesso accade quando di mezzo c’è la tifoseria della Lazio. Non c’entra il colore della pelle, questo fatto è di sette anni fa e non è ancora stato scordato. Non sono arrivate nemmeno scuse in seguito e non me le aspetto neppure domani sera“.
Le scuse di Seedorf, in realtà, sono arrivate, questa mattina in conferenza stampa, come riportato dai nostri inviati presenti a Milanello: “Ho letto alcune cose su una situazione molto delicata che è stata la morte di Gabriele Sandri nel 2007, e volevo chiarire specialmente verso la famiglia e i tifosi laziali che la mia decisione di non mettere il lutto quel giorno era dettata solo dal fatto che ancora non si sapeva cosa fosse successo. Chiedo scusa alla famiglia se per qualuque motivo si sono sentiti offesi per questa cosa. Una settimana dopo sicuramente lo avrei messo perché poi si capì cosa successe. Ci tenevo a chiarire”.