Fiorentina, cotta e mangiata: sacrificio e cinismo, finalmente

Era l’ultimo appello. Probabilmente non per puntare direttamente all’Europa League (distante ancora otto punti, ndr), ma per dare un senso alla stagione: il Milan non può finire l’annata nella parte destra della classifica. La vittoria di Firenze è sinonimo di ossigeno  per Seedorf, che contro tutto e tutti azzecca formazione, interpreti e atteggiamento della squadra. Qualcuno, forse, anche con la scarpa del rossonera al collo, sperava che la barca dell’olandese affondasse definitivamente nell’Arno ma si è dovuto ricredere: quella con la Fiorentina è, anzitutto, la vittoria del mister.

L’undici iniziale schierato da Seedorf non sorprende, a dispetto della turbolenta vigilia: in attacco Balotelli trova regolarmente spazio davanti al trio Taarabt-Kakà-Honda. Montella, invece, punta sull’ex rossonero Matri che pronti via si divora di testa la palla del possibile vantaggio Viola. Poi incomincia a crescere il Milan: De Jong, in marcatura su Borja Valero, non lo molla un attimo e la Fiorentina non riesce mai ad iniziare un’azione in maniera pulita; Taarabt è colui che salta l’uomo sulla trequarti e crea superiorità nella metà campo offensiva, ma anche il primo a tornare per dare una mano in mezzo al campo: sacrificio è stata la parola d’ordine della notte del Franchi.

“Per vincere bisogna buttarla dentro”, ricorda saggiamente Balotelli a fine gara. Ed è proprio lui a propiziare il vantaggio rossonero, prima della mezz’ora, su punizione: il suo bolide viene respinto centralmente da Neto e Mexes è il più reattivo di tutti a buttarla dentro di testa. Forse in maniera inaspettata, il Milan chiude il primo tempo in vantaggio con la sensazione che l’impresa si possa fare. La ripresa comincia come il primo tempo: Matri, ancora di testa, da due passi non trova la porta. Gol sbagliato, gol subito: è la legge del calcio. Ancora punizione dal limite, stavolta c’è spazio per provare il tiro a giro: SuperMario prende la mira e trafigge Neto per il 2-0 Milan. Il finale di gara è possesso palla con un occhio al cronometro, proprio come piace al Presidente.

Il Milan che ritorna a casa dopo la doppia trasferta di Roma e Firenze si ritrova quattro punti in più in classifica, molto morale sulle spalle e qualche dose di fiducia da iniettare per le prossime partite. Da affrontare, ovviamente, con gli stessi ingredienti magici usati con la Fiorentina.

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