E’ iniziato tutto dal cambio di programma all’arrivo della squadra a San Siro: i tifosi (circa un migliaio) erano in attesa davanti all’ingresso del garage, divisi in due ali in modo da permettere il passaggio del pullman; la polizia, però, “per ragioni di ordine pubblico”, ha deciso di deviare il percorso effettuando quello inverso, in modo da evitare il contatto tra gli ultras e la squadra. La decisione (presa in extremis, tra l’altro) ha incattivito la contestazione, che di fatto non ha avuto sosta neppure durante la partita.
Balotelli e Galliani i due bersagli principali della Sud. Il primo, fischiato ad ogni tocco e pregato di “andare fuori dai c…”, ha risposto con un applauso di scherno che non ha fatto altro che amplificare la protesta. Nel post-partita, però, altrettanto confusionario, l’attaccante rossonero ha alzato bandiera bianca durante l’incontro con la delegazione di tifosi, all’interno della sala Executive di San Siro. Mario, infatti, pare abbia chiesto scusa promettendo un cambiamento su tutta la linea: dall’impegno in campo all’atteggiamento fuori.
L’amministratore delegato, invece, non ha avuto faccia a faccia con la gente nè stretto mani in segno di riappacificazione. Ha incassato i numerosi cori nei suoi confronti (“te ne vai o no, te ne vai sì o no) e ha lasciato la tribuna a gara in corso. Non si è fermato ai microfoni di nessun’emittente per rilasciare dichiarazioni. Lo ha fatto nel prepartita, condannando (seppur velatamente) la contestazione: “Non fa piacere perché vedere i tifosi che sono contro la squadra, contro la società o parte della società non è carino, ma insomma, andiamo avanti”.
Da segnalare, come unica nota lieta della giornata tetra di San Siro, un coro intonato da centinaia di bambini delle scuole calcio, che hanno urlato “Milan, Milan” con tutta la voce che avevano. Applausi a go-go per loro.
This post was last modified on 17 Marzo 2014 - 11:21