I tifosi del Milan ricordano Clarence Seedorf come uno dei pochi grandi giocatori capaci di vincere due volte la UEFA Champions League con la loro maglia preferita, interprete perfetto di una filosofia calcistica votata a ‘vincere e convincere’: “Abbiamo una responsabilità, specialmente nei confronti dei più giovani che ci osservano”, ha puntualizzato il neo-allenatore rossonero. “Non riguarda solo il fatto di vincere, ma anche di come si vince“.
Via dal Milan nell’estate 2012, Seedorf non ci ha pensato due volte quando nel gennaio 2014 dal club è arrivata una di quelle proposte difficili da rifiutare: allenare i sette volte campioni d’Europa. Significava mettere il punto a una carriera da giocatore lunga più di 20 anni e costellata di successi, ma dopo aver scritto un libro così avvincente e vincente, dopo essersi fregiato per quattro volte del titolo di campione d’Europa, l’olandese ha potuto farlo senza rimpianti.
E’ iniziata così la nuova avventura milanese, anche se nessuno si è davvero accorto della sua breve assenza, Seedorf per primo – “Tornare al Milan è stato come tornare a casa, non sono mai andato via veramente in effetti; conosco tutti, tutti conoscono me. Tornare a Milanello è stato come tornarci dopo un infortunio o dopo una vacanza“.
Era forse solo questione di tempo, perché prima di acquistare ufficialmente il titolo di ‘allenatore’, Seedorf era stato definito più volte ‘allenatore-in-campo’. Chi non ricorda i siparietti – a volte divertenti – con Carlo Ancelotti a bordocampo, con i due a discutere di quanto stava succedendo in campo? Chi non ricorda il suo braccio e il suo indice alzati a indicare la ‘strada’ ai compagni?
Il messaggio lanciato dal Milan con il ritorno di Seedorf fa sperare i tifosi, che si augurano di tornare proprio a quella filosofia calcistica così ben recitata dall’olandese. Le sue parole sembrano confermarlo: “In partita voglio vedere una squadra che attacca, che è creativa. La creatività per me significa avere giocatori che mostrano doti individuali, ma che giocano anche come parte di una squadra“.
“Non sono un grande appassionato delle squadre che stanno in difesa e pensano solo al contropiede, anche se può essere molto efficace; puoi vincere così certe volte e certe volte devi giocare così, ma se mi chiedi cosa davvero mi piace in termini di gioco, di certo sono le squadre che segnano più di un gol a partita“.
Seedorf sa che quello che lo aspetta è una fase di transizione, ma vuole sfruttarla al massimo per gettare le basi per i successi futuri, con pazienza e tenacia. “L’ambizione per il club è quella di sfruttare questo periodo per costruire di nuovo un futuro brillante e per costruire una squadra forte che sia ancora competitiva a livello mondiale”, ha detto il 37enne. “Dobbiamo assicurarci di essere un grande esempio per gli altri club, per gli altri giocatori e in modo particolare per la gente che ci guarda“.
Se il tecnico sarà in grado di trasferire ai suoi giocatori non solo la sua esperienza, ma anche la sua sicurezza e la sua ambizione, persino la difficile sfida contro il Club Atlético de Madrid negli ottavi di finale di Champions League potrebbe riservare qualche bella sorpresa.
(Fonte: UEFA.com)