Tra Seedorf e Juventus, si sa, c’è un feeling molto particolare. La sua storia lo racconta e di questo la Vecchia Signora se ne dovrebbe preoccupare. Sampdoria, Real Madrid, Inter e Milan sono le squadre con cui il nostro allenatore ha affrontato l’attuale capolista della Serie A: in ogni occasione è stato protagonista di prestazioni eccellenti e che hanno messo in scacco la difesa bianconera. Uno spauracchio, insomma.
Dall’Ajax campione d’Europa arriva a Genova, sponda Sampdoria, un giovanissimo olandese con il genio calcistico dei campioni e la mentalità vincente del veterano. A 19 anni gioca una Serie A eccellente, con 32 presenze e 3 gol: uno di questi, guarda caso, contro la Juve, il terzo gol sigillo di un netto 3-0 blucerchiato al Delle Alpi. Anno che lo porta per le vie di Madrid, al Real. Lì affronta i piemontesi nella sfida delle sfide: la finale di Champions ’97-’98. Con cornice la sua Amsterdam Arena il 20 maggio 1998 vince il suo secondo titolo europeo (il primo con l’Ajax appena prima di approdare alla Samp). La Juve quindi lo cerca e prova ad inserirlo nella trattativa per mandare Zidane al Real, ma l’affare non va in porto e sia il francese sia Seedorf lasciano le rispettive squadre soltanto anni dopo.
Seedorf torna in Italia ma la destinazione è l’opposto da quanto sperato da Moggi e soci. Moratti riesce a portarlo all’Inter nel ’99 e qui sbatte una doppietta in faccia ai bianconeri. Vittoria inutile perché alla fine del campionato si giunse al fatidico 5 maggio. Si passa al Milan e anche qui i destini di Seedorf e della Juventus si intrecciano, soprattutto nella famosa finale di Manchester. Altra finale, altra vittoria di Seedorf (che sbagliò il rigore però). Nel mezzo una doppietta e altri gol a contorno di un’esperienza al Milan da vera bestia (rosso)nera per la Juventus.
This post was last modified on 26 Febbraio 2014 - 17:13