Il calcio sta cambiando e rispetto al passato i riflettori iniziano a puntare sempre prima le proprie luci sui giovani. I grandi club vogliono coltivare in casa i propri talenti e spesso le aspettative sui ragazzi che indossano colori importanti possono togliere un po’ della spensieratezza che il gioco calcio dovrebbe sempre avere. A questo proposito SpazioMilan ha raggiunto in esclusiva Vincenzo Raiola, collaboratore di Mino e attivamente impegnato nello scouting di giovani calciatori. Tra i talenti di cui si sta occupando al momento Raiola ci sono anche tre giovani promesse del vivaio rossonero: Cosimo La Ferrara e Andrea Malberti degli allievi regionali di Christian Brocchi e Gianluigi Donnarumma, portiere dei giovanissimi nazionali e dell’under 15.
L’interesse verso i settori giovanili sta aumentando e anche gli sponsor sembra che inizino ad investire sui ragazzi…
“Devo dire che questa non è una novità. Per club come Milan, Inter, Juventus o Genoa è normale che anche i giovani abbiano i loro sponsor. È sempre stato così, ma non si deve pensare ai contratti milionari che possono avere i grandi campioni. Questi sono contratti semplici di sponsorizzazione, dove viene fornito il materiale tecnico. Sto molto attento a queste cose per quanto possibile non voglio che si creino invidie perché uno possiede una cosa e l’altro no. Gli si deve fare capire che per ottenere qualcosa devono lavorare e guadagnarsela.”
Di recente Cosimo La Ferrara si è guadagnato lo sponsor Puma, come Mario Balotelli.
“Ovviamente il passaggio di Mario alla Puma, con un contratto che durerà molti anni, ha creato un canale di dialogo più facile con lo sponsor. Tuttavia non solo Cosimo, ma anche Gianluigi hanno Puma come nuovo sponsor. Per Cosimo però è stato un discorso un po’ diverso, perché è stato lui a preferirlo ad altri brand, è un grande fan di Balotelli e ci teneva avere le stesse scarpe di un campione che ammira molto ed è stata la giusta ricompensa per il lavoro svolto. Anche in questo caso però si deve fare attenzione e non fargli montare la testa,i ragazzi devono continuare a migliorare e restare umili.”
Un altro aspetto che sta mettendo alla prova il livello di crescita dei giovani è la partecipazione a tornei internazionali. Gli allievi regionali infatti sono rientrati da poco dal Qatar.
“L’esperienza all’All Kass international Cup è stata davvero stupenda per tutti i ragazzi. Mettersi a confronto con squadre importanti e di alto profilo è un grande stimolo, ma bisogna stare attenti. Quando si affrontano le cosiddette “big” si arriva carichi e pieni di energia, poi però non si deve perdere lo stesso entusiasmo e la stessa grinta anche quando si torna a giocare in campionato e contro squadre più piccole. Si deve essere sempre concentrati e avere rispetto per gli avversari e dare in ogni occasione il massimo.”
Il lavoro di Mister Brocchi sembra puntare proprio su questo: dare sempre il massimo.
“L’arrivo di Brocchi come allenatore è stato un grande cambiamento e molto positivo. Seguo questo gruppo da diversi anni e lui ha usato un approccio del tutto diverso rispetto a quelli passati, molto più fresco ed improntato sulla fiducia. Si può dire che ha quasi creato un rapporto di amicizia coi suoi giocatori. Un cambiamento che ho riscontrato soprattutto a livello umano. Cosimo per esempio l’ho visto davvero maturare, nel senso che non solo è cresciuto, ma ha acquisito una nuova consapevolezza e più convinzione nei propri mezzi. Questo grazie a mister Brocchi, che sta facendo migliorare ogni ragazzo singolarmente, ma soprattutto il gruppo e la squadra”.
Anche il gioco in campo è cambiato…
“Prima giocatori che avevano doti tecniche importanti si trovavano a fare quasi sempre le stesse giocate, gli stessi schemi e venivano più messe in luce le singole persone e le singole qualità. Era un gioco più individuale. Brocchi invece fa viaggiare molto di più la palla, vuole un dialogo in campo e adesso si inizia a vedere una vera squadra. I margini di miglioramento sono ancora molti, ma li stanno facendo tutti insieme, come gruppo e su questo il Mister insiste molto”.
Un aspetto su cui secondo lei dovrebbero ancora migliorare i suoi ragazzi?
“Lo studio. Sembra strano, ma è così. Lo dico a tutti i giocatori che seguo. La speranza ovviamente è di continuare nel mondo del calcio e diventare professionisti. Sappiamo tutti però che è difficile fare il salto e diventare grandi campioni. Quello su cui cerco di insistere è questo, non trascurare gli studi. Capisco che sono giovani e passerebbero la giornata a correre dietro al pallone, ma devono applicarsi seriamente in tutto”.
This post was last modified on 13 Febbraio 2014 - 17:49