Il 20 febbraio di 28 anni fa Silvio Berlusconi prese il Milan dalle mani di Giuseppe Farina e lo portò nel giro di pochi anni a diventare il Club più titolato al Mondo, una superpotenza del calcio italiano e mondiale con alcune annate che resteranno indelebili nelle menti di tutti gli amanti del calcio ed in quelle dei milanisti in particolare, decisamente viziati dall’ultimo quarto di secolo. Il nostro nostalgico excursus di emozioni ed esaltazioni del passato termina qui, perchè il presente rossonero è indubbiamente meno rose dei tempi che furono e per tornare a primeggiare in campo nazionale ed internazionale serve innanzitutto che il numero uno di Via Aldo Rossi (un tempo Via Turati) torni a prendere per mano le redini della “sua” creatura, dandole l’importanza che merita anche se i pensieri politici e non del Cavaliere sono tanti.
Berlusconi è tornato a scegliere in prima persona l’allenatore, quel Clarence Seedorf che non ha avuto rivali dopo l’esonero di Allegri, ma è necessario che all’olandese venga messa tra le mani una squadra competitiva, più di quanto non lo sia in questo momento. Ecco il primo punto: tornare ad investire sul mercato. L’anno prossimo il Milan osserverà la Champions da casa, ma questa non deve essere una scusante per non aprire i cordoni della borsa. I migliori pezzi sul mercato sono cari e dunque per acquistarli serve uno sforzo importante, unito alla maestria di Galliani, perchè un altro anno senza vittorie o senza accesso in Champions, con le concorrenti che rinforzano ad ogni campionato, sarebbe deleterio per i tifosi del Diavolo.
Altra questione, anch’essa di importanza vitale: lo stadio. Barbara Berlusconi ne ha fatto un mantra da quando è diventata amministratore delegato, ma passare dalle parole ai fatti non è semplice. I rossoneri hanno fatto passi importanti in questa direzione, manifestando il loro interesse per le zone attualmente destinato all’Expo del prossimo anno, ma le difficoltà economiche e burocratiche non dovranno fermare i piani alti di Via Aldo Rossi, perchè è difficilmente concepibile, a metà del secondo decennio del terzo millennio, che un top team europeo, o almeno uno che si considera tale, non abbia uno stadio di proprietà, che sia un luogo di aggregazione e vivibilità 365 giorni all’anno.
Siamo certi che portando a termine questi due obiettivi, Berlusconi riuscirà ad imprimersi ancora di più nei cuori dei tifosi rossoneri, che ad oggi lo ringraziano per quanto ha fatto, ma allo stesso momento lo spronano a rendere ancora il Milan il vero ed unico orgoglio dell’Italia calcistica al di fuori dello stivale.
This post was last modified on 21 Febbraio 2014 - 10:55