Diego Costa, autore fin qui di una magnifica stagione, ha parlato, ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, di Liga, Champions e Nazionale.
Ecco quanto dichiarato dall’attaccante classe ’88 in merito alla scelta di giocare per la Spagna: “È stata una scelta personale, ponderata e spiegata a suo tempo. Non so come mi sentirò indossando la maglia delle Furie rosse, anche perché non l’ho ancora fatto”. Sulla Liga e sul derby in programma Domenica contro il Real Madrid: “Da questo punto in poi, ogni partita è per noi come una finale. Già prima della sfida contro l’Osasuna (Persa per 3-0 n.d.r.) pensavo alla partita contro il Madrid e sappiamo che in caso di sconfitta le cose si metterebbero male per noi. Non siamo mai stati candidati per il titolo, ma ci basterà esser noi stessi e non commettere gli errori commessi a Pamplona”. Sugli obiettivi dell’Atletico Madrid, Costa non ha dubbi ed avvisa il Milan: “Abbiamo la responsabilità di lottare per Liga e Champions fino alla fine, non siamo arrivati fin qui per caso. Il nostro sogno deve continuare”. Non le manda poi a dire a chi lo definisce un “bad boy”: “Non sono certamente un santo e la gente lo sa, ma è solo la mia maniera di giocare. Anche nei precedente derby, non ho mai cercato lo scontro e le immagini parlano chiaro. Con Sergio Ramos abbiamo un rapporto onesto: se lui deve picchiare picchia, così come faccio io, ma tutto finisce in campo. Non credo che gli arbitri ce l’abbiano con me, almeno spero, ma di certo alcuni abusano del loro potere”.