Il processo alle intenzioni era già iniziato. Le penne erano già pronte e posarsi sui fogli e le tastiere fremevano al battere dei tasti. Il tanto conclamato “progetto giovani” del Milan era svanito, gettato via da un inizio di stagione al di sotto delle aspettative e con Allegri oramai sull’uscio di Milanello. Poi due partite: il derby, prima della sosta natalizia, e l’Atalanta. Allegri sorprende tutti – forse anche se stesso – e nel momento più difficile prende il coraggio a due mani e getta nella mischia prima Saponara e poi Cristante. San Siro mugugna, storce il naso, si stupisce, li ammira e cambia idea: qualcosa, forse, sta cambiando.
Riccardo Saponara è arrivato a Milanello in estate decantato come il nuovo Ricky Kakà. Il vero Kakà, quello brasiliano, non era ancora arrivato e i tifosi sulla scia delle buone apparizioni messe in campo con l’Empoli si erano lasciati andare a un paragone troppo grande per qualsiasi giovane. Anche gli infortuni hanno fatto il loro: la pubalgia lo ha tenuto lontano dai campi per molto tempo, ma Allegri non lo ha mai dimenticato. Si parlava di un esordio dal primo minuto nella gara interna con la Roma, ma alla fine il tecnico rossonero preferì spostare Montolivo alle spalle di Balotelli e Kakà. Poi il colpo di scena: il derby, la partita più importante dell’anno, giocato da titolare. Con la maglia numero 8 sulla spalle. Una prova confortante: il potenziale c’è, manca la pazienza. Tempo al tempo.
Chi invece non poteva sognare un esordio migliore è Bryan Cristante, autore di una prestazione superlativa contro l’Atalanta. Allegri ha sempre detto di tenere molto in considerazione il giovane italo-canadese cresciuto nel settore giovanile rossonero, ma gli scarsi risultati della squadra rendevano difficile un suo inserimento durante l’inizio di stagione. Poi la sosta, il tempo per riflettere alla mossa a sorpresa et voilà: fuori Poli e dentro il numero 24. Al resto ci ha pensato lui: tanta personalità nel chiedere la palla e nella giocata ad effetto, magari anche rischiosa, ma che con un pizzico di fortuna contro i bergamaschi è sempre riuscita. Come il gol, la ciliegina sulla torta. Ma per chi lo conosce da tempo sa che Bryan è questo e molto altro: può solo migliorare.
Due giocatori diversi, con storie diverse ma legati, in qualche maniera, dalla stessa storia. Prima dati per dispersi, adesso titolari (con successo) alla prima occasione. Per loro si parlava di un prestito in altre realtà per trovare spazio e continuità. Sicuramente, adesso, qualcuno al secondo anello avrà cambiato idea.