Clarence Seedorf è sbarcato a Milano. Nei prossimi giorni tornerà a Milanello per riprendersi l’ambiente che è stato casa sua per 10 anni, ma stavolta come allenatore. Per conoscerlo meglio ecco alcune domande, e soprattutto risposte, che l’olandese aveva dato ai lettori di FourFourTwo nell’aprile 2011, alcune delle quali molto significative.
E’ vero che i tuoi genitori hanno rifiutato un’offerta del Real Madrid quando avevi 15 anni?
“Abbiamo detto di no al Real Madrid, ma la decisione l’ho presa io. Ero felice all’Ajax e, soprattutto, dovevo ancora finire la scuola. Ecco perché ho detto di no al Real. Prima la scuola, poi il calcio: almeno a 15 anni dovrebbe essere così, no?”.
Sei ancora il più giovane a debuttare nella storia dell’Ajax a soli 16 anni, c’è ancora spazio per i giovani?
“Era un sogno, anche se da quattro mesi mi allenavo con la prima squadra. Allora mi sembrava normale, ma anni dopo ho realizzato che in realtà non era assolutamente così. L’Ajax ha lanciato tanti giovani, faceva parte della sua cultura. Adesso il calcio è cambiato, non c’è più possibilità di far crescere i giovani in prima squadra. Adesso, se un ragazzo mostra potenzialità, viene mandato in prestito altrove”.
Che ricordi hai del Real? Meglio la Liga o la Serie A?
“Ho grandi ricordi del Real Madrid, dove ho passato tre anni fantastici. C’è ancora grande affetto reciproco tra me e Madrid. Differenze tra Liga e Serie A? In Spagna conta di più il bel gioco e il possesso palla, in Italia è il risultato l’unica cosa che conta. Il Milan ha una buona combinazione di gioco e risultati”.
Hai avuto grandi allenatori: Capello, Ancelotti, Hiddink, Eriksson e Van Gaal. Chi ti ha insegnato di più?
“Van Gaal mi ha datto debuttare a 16 anni, ma quello che più mi ha insegnato qualcosa a livello culturale è stato Eriksson. Mi ha insegnato che è importante adattarsi anche alla cultura del paese in cui si gioca. All’Ajax ho imparato a intercettare i passaggi senza andare a pressare l’avversario, perché comunque avrei letto la traiettoria del passaggio. Molti pensano che io sia pigro perché corro poco, corro quando serve. So che è l’atteggiamento giusto, Eriksson me l’ha insegnato. Lavorare con lui è stato un momento chiave per me”.
Da oggi potremo sapere come sarà il Seedorf allenatore: il Professore dovrà dare una scossa ai rossoneri da subito perché domenica c’è già l’importantissima partita contro il Verona e c’è da scommettere che l’olandese vorrà (ri)presentarsi bene a San Siro.