L’ultima gara del girone d’andata pone di fronte il Milan al Sassuolo. I neroverdi sono sprofondati in piena zona retrocessione e non segnano da quattro partite. Il Milan cerca per la prima volta la seconda vittoria consecutiva in campionato e vuole accorciare dalla zona che vale l’Europa. Allegri sceglie ancora Cristante e Nocerino con De Jong a centrocampo e mette Robinho e Kakà ad agire alle spalle di Balotelli. Di Francesco cambia modulo e propone di nuovo la difesa a quattro dopo averla abbandonata ad inizio stagione.
La gara si apre e sono subito fuochi d’artificio. Sembra tutto facile per il Milan che al 13′ si trova già davanti di due reti grazie agli acuti di Robinho e Balotelli, ottimamente servito da Cristante. I rossoneri sembrano poter far male ad ogni momento ad una disattenta difesa del Sassuolo che dimostra che non è un caso se, fin qui, è stata quella più battuta della Serie A. Ma la gara, che sembrava già chiusa, si riapre in maniera incredibile. Berardi decide che questa deve essere una domenica che ricorderà a lungo e Bonera fa di tutto per dargli una mano. Al fischio finale dei primi 45′ il Diavolo è incredibilmente sotto e Mimmo Berardi ha realizzato un’incredibile tripletta. Molto è merito suo ma una pizza a Bonera ed Abbiati prima o poi dovrà pagarla.
La ripresa si riapre con la speranza che la squadra di Allegri sia uscita dai blocchi con la convinzione e la rabbia di andarsela a riprendere ma l’incubo è appena cominciato.Neanche il tempo di organizzare la remuntada e ancora Berardi punisce Abbiati su un’incolpevole (questa volta) deviazione sfortunata di Bonera. La serata inizia ad assumere i contorni di una disfatta che rimarrà negli annali e la squadra emiliana sembra addirittura irridere quella rossonera che la palla non riesce proprio a vederla. Senza fisionomia ed un minimo di organizzazione, la rabbia e l’orgoglio decidono di entrare in campo insieme a Montolivo, Pazzini ed Honda al suo debutto in maglia rossonera. Col 4-2-3-1 il Milan crea i presupposti per l’impresa, trovando il gol di Montolivo che, a pochi minuti dalla fine, riapre il match. La sfortuna impedisce a, Honda prima e Pazzini poi, di esultare per la prima gioia stagionale e la gara termina così.
Al giro di boa i punti sono ventidue, frutto di sole cinque vittorie, sette pareggi e ben sette sconfitte. La zona retrocessione è a soli sei punti, quella europea a 10/12, la Champions a venti, il primo posto a trenta. I gol subiti sono trenta, solo quattro squadre hanno fatto peggio di noi. Il punto più basso della stagione e della storia berlusconiana del Milan è stato ufficialmente toccato. Una squadra senza identità, senza una fisionomia di gioco ben delineata, senza carattere, sta subendo umiliazioni una dietro l’altra. Al timone c’è un allenatore che sa già che questi saranno gli ultimi mesi da allenatore del Milan e evidentemente non ha né gli stimoli, né la voglia di portare la squadra fuori da queste brutte acque. Forse è arrivato davvero il momento di cambiare perché il rischio a questo punto diventa davvero quello di ritrovarsi in scenari impensabili.