È iniziata l’era del Prof. Pantera! Anche se sul discorso Matri…

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É iniziata l’Era del Professor Pantera! Così ho chiuso la telecronaca di Milan-Verona e, devo dire la veritá, sono rimasto stupito dal cambio di atteggiamento tattico che é riuscito a imprimere Clarence alla squadra in soli due allenamenti. Attenzione, non sto dicendo dopo 90 minuti di ieratico silenzio davanti alla panchina che Seedorf sia il nuovo Guardiola. Né sto dicendo che il Milan ha risolto tutti i suoi problemi. E so perfettamente che senza il guizzo geniale di Kaká e il rigore trasformato da Balotelli non avremmo vinto contro il Verona. Ma dico quello che vedo, ora con Clarence cosiccome prima con Allegri, ingiustamente passato alla storia come responsabile di tutti i mali del Milan. Nei primi 20 minuti di Milan-Verona ho visto un atteggiamento tattico diverso: una squadra che faceva un continuo ed avvolgente possesso, ma soprattutto una squadra corta nella metá campo avversaria, con un recupero palla altissimo, simile davvero a quello mostrato per anni dal Barça di Guardiola. Sicuramente i primi 20 minuti sono stati favoriti dall’entusiasmo infuso dal cambio di tecnico e tutti sí smarcavano e si proponevano alla ricerca del pallone rendendo possibile questa tattica.

Poi nella ripresa il Milan ha perso le distanze tra i reparti e i 4 davanti si muovevano meno rendendo così il palleggio sterile e rischioso: vedasi i due palloni persi sanguinosamente da Montolivo perché nessuno si faceva vedere. Ma su questo e su molti altri aspetti bisognerá migliorare, quel che conta é intravvedere l’alba di un lavoro nuovo e di una nuova era. Io continuo ad avere dubbi sul fatto che il Milan, con questo tipo di organico e con questo livello di giocatori possa fare un gioco “alla Barcellona” in tutte le partite. Ma Clarence ci crede e soprattutto ci crede il Presidente. Ancora una volta fidiamoci di lui e delle sue intuizioni. In fondo anche il cammino vero e proprio di Sacchi cominciò nell’87 con una vittoria per 1 a 0 sul Verona.

Ecco il Presidente é proprio il nodo fondamentale della questione. Seedorf già parte un pezzo avanti a tutti gli altri allenatori, Allegri incluso. E quel vantaggio é dato proprio dal fatto che sia stato scelto a tutti i costi dal Presidente. Non solo perché ha una fiducia totale che Allegri non aveva e perché sará dunque molto difficile metterlo in discussione. Ma soprattutto perché solo una scelta del presidente può FINALMENTE appianare e mettere d’accordo tutti all’interno della societá. Quello che è successo fino ad oggi invece ha del dilettantistico. Più che il club più titolato al mondo abbiamo dato l’impressione di essere un pollaio d’altri tempi. Un pollaio dove galline e tacchini volevano a tutti i costi fare le “scarpe” al Gallo. Il Gallo é stato l’unico a provare a giocare di squadra sostenendo l’allenatore di turno, come ha sempre fatto con tutti i suoi predecessori e come sta già facendo con Seedorf, anche se non é stata una sua scelta. Sotto e a fianco a lui è invece successo di tutto: dispettucci, pettegolezzi, lotte di soldi e di potere. C’è andato di mezzo Allegri che per due anni ha fatto i conti con una plettora di cospiratori che avevano l’obiettivo di far fuori lui per decapitare Galliani. Perdonateci, ma così non gioca una “squadra”.

E la dimostrazione concreta si é avuta con quell'”A mai più” che titolava e contemporaneamente inficiava il meritato saluto e il doveroso ringraziamento al tecnico livornese sempre sul podio negli ultimi anni. Quell'”A mai più” é uscito involontariamente dalle dita di un ingenuo e incolpevole impiegato, il cui torto é stato quello di respirare per mesi la rarefatta aria della cospirazione. Pazienza, ormai andata. Speriamo che tutto questo non ci sia più e che il Milan torni a essere squadra dentro é fuori dal campo. E che torni ad essere modello di gioco e di comunicazione. Postilla finale sul caso Matri, ultimo (speriamo) capitolo di beghe interne che rischiano di rovinare irreversibilmente il nostro amato Milan. Raccontiamo una volta per tutte la veritá per rendere giustizia a un bravo ragazzo milanista dalla nascita, in lacrime di gioia nel giorno del suo arrivo a Milanello e in lacrime di dolore, nel giorno del suo prematuro arrivederci. Quest’estate il Milan senza Pazzini ha bisogno a tutti i costi di un centravanti. Ma non può garantire ingaggi alla Ibra e nemmeno alla Tevez. Allora la coppia Braida-Galliani chiede Matri all’amico Marotta che stava cercando di cederlo? Non lo chiede Allegri, ma Braida all’amico Marotta. E Galliani é felice di riabbracciare un vecchio Primavera rossonero. Che non percepisce i 6 milioni netti di Tevez all’anno (12 lordi) ma i più modesti 2,5 (5 lordi). Lo paga 11 milioni, nello stesso mercato in cui riesce a strappare Honda e Kakà a zero. Poi cosa succede? Matri non parte a cannone. Segna solo un gol nella sconfitta di Parma e nello sfogo del 2 novembre presso papá Silvio, Barbara cita proprio Matri come sommo esempio del “fallimento” strategico sul mercato di Galliani e Braida.

Effetto: Matri, che non ha certo la personalitá di Seedorf, Inzaghi o Ibra, si lascia andare in un mare di incertezze. Sembra irriconoscibile, non segna più nemmeno in allenamento. Arrivano anche i fischi di S. Siro e lui entra in una spirale di insicurezza tipo quella in cui era piombato anni fa Gilardino. Per certi versi molto simile ad Alessandro. Anche Galliani capisce che ormai l’unica strada é cederlo per farlo ritrovare psicologicamente. Barbara non vede l’ora che sia ceduto per dimostrare al mondo, e al padre, che aveva ragione lei. A inizio gennaio però Allegri stoppa la cessione di Matri perché, da allenatore esperto, sa che quando uno viene operato al ginocchio e sta fuori 6 mesi, poi dopo il rientro avrà sicuramente problemi muscolari. Era il caso di Pazzini. Quindi Allegri dopo Natale congela la cessione di Matri, ma il suo esonero fa cambiare tutto. Galliani così deve accontentare subito chi voleva la cessione di Matri per dimostrare che é stato sbagliato l’acquisto. E lo manda a Firenze ancora prima che il nuovo allenatore possa valutarlo personalmente. Siccome il dio del calcio é sempre (o quasi) giusto e punisce gli errori. Arriva il prevedibilissimo infortunio di Pazzini e il Milan si trova a rimpiangere Matri che, come da copione, esordisce con doppietta con la Fiorentina. Morale: lo sconfitto non é lui, ma la società che ha perso in un colpo solo soldi e giocatore. Berlusconi e Galliani conoscono il valore della “pazienza”, sanno che nel calcio bisogna “saper aspettare” , speriamo che lo impari anche l’altro amministratore delegato. In tutti i sensi.

Buon Milan Clarence. Adesso siamo tutti con te. Sempre CON, mai CONTRO il Milan.

Twitter: @ruiu19

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