Si è inserito con carattere, lo ha dimostrato anche a parole. Quasi 3 mesi di “studio” a Milanello sono bastati per capire che Adil Rami ha la stoffa giusta per lasciare il segno nel Milan, che lo ha imparato ad apprezzare per dedizione, sacrificio e grinta. Fino adesso solo in allenamento, aspettando il campo. Lunedì scorso il debutto silenzioso, anche se San Siro lo ha benedetto con applausi ed entusiasmo quasi naturale, a Sassuolo forse (difficile) la prima dal 1′. Nel caso, da difensore centrale.
Sì perché ieri, nella conferenza stampa di presentazione ufficiale, Adriano Galliani ha intenzionalmente messo in chiaro un curioso aspetto tattico: “Rami ha qualità importanti sia come centrale che come terzino“. Terzino? Fisico possente, grande stacco di testa e piedi poco “educati” (il cross non è proprio il suo forte): anche sforzandosi, immaginare il francese al posto di De Sciglio o Abate suona davvero male. Anche perché nel passato Rami non è mai stato un giocatore di fascia: nel Valencia, infatti, è stato schierato sempre e solo come centrale. Addirittura nel Fréjus, all’inizio della carriera, ricopriva il ruolo di centrocampista offensivo. Del terzino nessuna traccia.
Cose semplici. Il Milan non ha bisogno di (nuovi) calciatori impiegati in posizioni poco affini rispetto alle proprie caratteristiche, l’obiettivo di Allegri dovrà essere quello di inserirlo gradualmente nel “pacchetto” formato da Bonera, Zapata e Mexes: è lì che Rami sa come si fa. E non c’è dubbio che misurato il suo talento con la percentuale di forza ed attenzione non eccellente dei suoi compagni di reparto, Adil riuscirà presto a diventare un punto di riferimento.