Lino Dimitri è giornalista pubblicista dal 2012. Redattore di SpazioMilan.it dal settembre 2011: è sua la firma nell’editoriale del sabato. Lavora nella redazione di LecceNews24.it occupandosi di cronaca, politica, eventi e sport. In passato ha collaborato con Bordocampo.net e Sportmain.it.
La notizia ormai è ufficiale ed è risaputa ma l’addio di Ariedo Braida, dettato dalle nuove linee programmatiche del Milan di Barbara Berlusconi, merita un’attenzione particolare. Ufficialmente l’ultimo saluto si è consumato con la fine dell’anno ma, in pratica, la notizia era nell’aria già da qualche settimana. Ariedo è arrivato al Milan in qualità di Direttore Generale con l’avvento di Silvio Berlusconi e dal 2002 ha ricoperto la carica di Direttore Sportivo. Nel 1986 in pochi conoscevano le capacità manageriali dell’ex centravanti di Brescia, Varese e Cesena.
Il suo capolavoro lo ha costruito anno dopo anno, durante la sua lunga carriera di dirigente al Milan. Esclusivamente ad Ariedo Braida è da attribuire il primo e più grande colpo di mercato della storia moderna e forse in assoluto del Milan: Marco Van Basten venne acquistato grazie a una sua intuizione che spinse il Presidente Berlusconi a fiondarsi sul fuoriclasse olandese quando era ormai a un passo dalla Fiorentina; all’epoca il calciatore era in scadenza con l’Ajax e fu necessario pagare esclusivamente la somma prevista a parametro, a quei tempi, dall’Uefa, un miliardo e settecento milioni di vecchie lire.
Da ascrivere all’opera di Braida anche gli acquisti di Rijkaard, Kakà e Thiago Silva, questi ultimi due in collaborazione con Leonardo. Sul primo, fortemente voluto da Arrigo Sacchi, ci fu un viaggio direttamente al Lisbona quando sembrava che il centrocampista, allora in forza all’Ajax, stesse per finire allo Sporting. E la lista sarebbe ancora lunga: come dimenticarsi di Boban, tra gli altri, prelevato in un contesto storico delicatissimo per la Jugoslavia e parcheggiato un anno al Bari.
Ma Braida, in questi lunghi 28 anni si è contraddistinto anche per la sua classe, per la sua eleganza, per il suo carisma, con l’hobby per l’arte, gli orologi e l’abbigliamento sempre molto raffinato. Ha impersonato insomma, con la sua immagine, l’immagine del Milan dei tempi d’oro. L’eleganza di Braida era l’eleganza del Milan, la discrezione di Braida era la sobrietà e la serietà della comunicazione dell’intero mondo Milan.
This post was last modified on 11 Gennaio 2014 - 14:07