Christian Pradelli è giornalista professionista e direttore di SpazioMilan.it dalla sua fondazione, l’8 marzo 2011. Editorialista per IlSussidiario.net, collabora con La Gazzetta dello Sport, Il Giornale e Leggo. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter ed è opinionista per Milan Channel. È la voce ufficiale del Milan per TopCalcio24, canale del gruppo Mediapason.
Unica, strana ed irripetibile. La vittoria di Cagliari ha il gusto del riscatto più inatteso, ma che alla fine premia: una spinta forte, turgida, che possa fare da viatico per un futuro migliore. In realtà, come ben sintetizzato in copertina quest’oggi da La Gazzetta dello Sport, i problemi restano. E con ciò non diciamo nulla di nuovo, naturalmente. Ma vincere una partita così mancava. Mancava il nodo in gola, la gioia del fotofinish, che in questa stagione avevamo provato in recuperi folli come quelli di Bologna e Torino, ma solo per raggiungere pareggi insperati. Pareggi strani, agguantati un po’ per caso. Mentre ieri la trama in terra sarda è parsa, sì, complessa, ma più sensata rispetto a quelle due trasferte del 2013: avventura di Amelia a parte, la difesa rossonera non ha subìto contraccolpi così evidenti, mentre sono rimasti in fondo allo stomaco gli urli per i possibili gol di Honda. Due, se non tre. Certo, il lavoro dei “due” davanti alla difesa è un qualcosa da miniera e non potrà certo proseguire così, ma la grazia della punizione di Balotelli e la veracità di Pazzini hanno addolcito alla grande un pomeriggio da Cul-de-Clarence.
Tutto meritato, sia inteso, ma non possiamo pensare di risolverla ogni settimana negli ultimi dieci minuti. È successo col Verona, non è successo in Coppa Italia, è risuccesso col Cagliari. Il Milan cerca fortemente la sua identità e chi ha visto ieri l’Allegri style si sbaglia di grosso: non sono mancati gli uno-due in fase offensiva, come non sono mancate le occasioni per tutti gli attaccanti in campo. Ad eccezione, forse, del solo Robinho, che però cerca ormai da tempo la sua strada per Santos. In una situazione del genere, il gol rischi di prenderlo (ed è successo, pur in maniera rocambolesca) ma sicuramente, prima o poi, lo fai anche tu. La punizione di Mario è un gioiello, un tiro che, una volta tanto, non fa della potenza il suo cavallo di battaglia: un tocco dolce e geometrico, perfetto. Pazzini, invece, completa la pazzesca rimonta grazie al suo ineffabile senso del gol. Doveva stare lontano dai campi ancora per mesi: sono bastati dieci giorni per tornare a sbalordire. Da Pazzo vero.
E oggi è un lunedì tutto nuovo, non bisogna nasconderlo: 5 punti dall’Europa League e possibilità di accorciare le distanze già la prossima settimana con il doppio scontro sull’asse Milano-Torino. Attendiamo già in mattinata la firma sul contratto per Michael Essien che sarà tutto da valutare, mentre resta poco tempo per valutare la necessità di ulteriori movimenti sul mercato: si lavora ancora in uscita, con Gabriel che ieri ha subìto una brusca bocciatura e Zaccardo tentato da idee turche, per poi, chissà, sferrare l’ultimo assalto light il 31 gennaio poco prima delle 23. Quel “Magari…” che Adriano Galliani si è lasciato scappare sabato sera fuori da “Giannino” spesso non è poi coinciso con la realtà. Ed è difficile augurarsi un’inversione di tendenza per venerdì. Anche perché, in pochi lo ricordano, quella che va a chiudersi è la prima sessione di mercato… del #doppioAD.
Twitter: @Chrisbad87