Si è applicato e ha imparato, presto e con sicurezza, a preoccuparsi prima delle cose semplici, ben consapevole di essere in grado di proporre e riproporre anche il difficile, necessario nel calcio se hai l’intenzione di superare la norma e diventare qualcuno. Devi essere bravo, serio ed affamato. Come Davide Santon. E’ stato necessario correre via per 9407 km, da Milano fino a Newcastle, per trovare il giusto (anzi, doveroso) spazio per crescere e migliorare. Ma il difensore ormai si è superato, è diventato grande. E’ impegnato nella sua terza stagione in Premier, ha la fortuna di lavorare con un maestro di calcio come Alan Pardew (52 anni), che lo ha dispensato di consigli, seguito scrupolosamente e messo a suo agio. In campo, e chi lo toglie più. A differenza dell’Inter, che lo ha quasi regalato senza motivo ed ora dovrebbe solo mangiarsi le mani: la cessione è costata 6 milioni, il ragazzo adesso ne vale almeno il doppio.
Santon non ha mai nascosto la sua fede milanista, ne va orgogliosamente fiero e probabilmente ritornerebbe in Italia solo per il Milan. Che lo ha cercato senza successo la scorsa estate e concretamente chiesto a gennaio 2013. Trattativa difficile, impossibile al momento. Uno perché i Magpies non hanno la minima intenzione di privarsene, due, soprattutto, perché lo stesso giocatore in Inghilterra sta bene e ha trovato la sua dimensione. Ci vorrebbe un miracolo per smuovere le cose e il Milan è una delle poche squadre in grado di riuscirci. Ma senza soldi ti devi accontentare di D’Ambrosio: difensore promettente esploso quest’anno, ok, che però non basta per far battere i cuori dei rossoneri. L’interesse per Santon è ancora vivo ed alcune indiscrezioni riferiscono che anche nella prossima finestra invernale di mercato verrà fatto un tentativo, a maggior ragione dopo aver visto la sua eccellente prestazione contro l’Arsenal (ieri al St James’ Park, 0-1 Giroud). Massima attenzione in difesa e da terzino sinistro (è destro naturale), il suo ruolo fisso, senza mai soffrire gente del calibro di Sagna e Walcott, cambiato da Wenger dopo una prova opaca proprio perché limitato dal numero 3 bianconero (anche se è stato suo l’assist su punizione decisivo per la vittoria), mordente e carattere da combattente, pochi ma deliziosi cros in fase offensiva. Non ha mai mollato, non ha mai avuto paura e ha finito l’incontro, in calo, agendo come centrocampista destro.
Compirà presto 23 anni, sogna il Mondiale ma inispiegabilmente è (ed è sempre rimasto) fuori dal giro della Nazionale. Lui, moderno e sinceramente superiore sia a Maggio che a Balzaretti. Molto simile, come posizione, a De Sciglio, “prestato” sulla mancina anche se preferirebbe la fascia opposta. Immaginare un pacchetto di terzini composto da tre azzurri come Abate, De Sciglio e Santon più Emanuelson non sarebbe niente male. Bisognerebbe provarci perché quello di Santon sarebbe un super acquisto ed un investimento serio. Quello che da troppo tempo manca.
This post was last modified on 31 Dicembre 2013 - 10:39