Dopo essere riusciti ad accedere agli ottavi di finale di Champions League, i rossoneri sono chiamati a fronteggiare un altro big match: stasera arriva a San Siro la Roma di Rudi Garcia, che al momento sta disputando un campionato di livello e rappresenta l’antagonista principale della Juventus. Secondi in campionato e ancora imbattuti, i giallorossi sono una squadra compatta, tecnica, dinamica ed equilibrata.
Punto di forza: centrocampo-attacco.
Il 4-3-3 di Garcia funziona alla perfezione in quanto interpretato al meglio dai centrocampisti, in particolar modo Strootman e De Rossi, che dispongono di fisicità, aggressività, carisma, doti d’interdizione, abilità nei contrasti e nell’impostazione dell’azione, senso del gioco e della posizione. Insomma, De Rossi e Strootman assicurano solidità, proteggono al meglio la difesa, costituendo una barriera (quasi) insuperabile in prossimità della metà campo, e trasformano l’azione da difensiva in offensiva. Ma non finisce qui. La Roma presenta un tridente d’attacco forte e completo sotto ogni punto di vista. Pur non giocando con un centravanti di ruolo, i giallorossi sanno creare occasioni e andare in gol con estrema facilità. Merito degli esterni, in possesso di cambio di passo, resistenza, imprevedibilità, predisposizione al dribbling, all’azione personale e al ripiegamento, e di un Francesco Totti in perfette condizioni fisiche e capace di mettere in circolo qualità balistiche e potenza.
Punto debole: fase difensiva terzini-portiere.
I laterali di difesa, Maicon e Dodò, svolgono con regolarità ed efficacia la fase di spinta ma non sempre risultano brillanti e lucidi nella fase difensiva. Capita che, proponendosi in avanti e sovrapponendosi con le punte esterne, lascino scoperta la loro posizione e che a volte commettano qualche errore in copertura. Ciò nonostante, è difficile riuscire a bloccare e a sfondare le fasce presidiate dalla Roma: i difensori laterali vengono sempre sostenuti dagli esterni d’attacco, che ripiegano con costanza per dare manforte alla retroguardia e per assicurare parità numerica sulle fasce. L’altro tasto dolente della Roma è il portiere, Morgan De Sanctis, che nella propria carriera (a volte) ha commesso qualche sbaglio di troppo. Certo, finora si è ben comportato, ma in passato si è sempre contraddistinto per un rendimento altalenante. Sul lungo andare, potrebbe incappare in qualche uscita sconsiderata o in una défaillance dovuta a un calo di concentrazione.
Giocatore chiave: Gervinho.
Non ci sono dubbi. Esterno d’attacco che annovera nel proprio repertorio velocità, efficacia nell’uno contro uno, progressione, esplosività, abilità nello stretto e doti tecnico-atletiche, l’ivoriano è il fulcro del gioco della Roma. Parte dalla fascia, garantisce movimento a volontà e, dopo aver seminato panico e aver creato superiorità numerica con dribbling fulminanti, è solito entrare in area e accentrarsi, alla ricerca della giocata illuminante o dell’assist in grado di mandare in porta il compagno. Continuità e concretezza. Bloccarlo, specie ora che è in gran forma, è un’impresa: i nostri terzini (Gervinho è solito non dare punti di riferimento) devono aspettare bassi la sua avanzata ed essere supportati dagli interni di centrocampo, incaricati di raddoppiarlo sempre.
This post was last modified on 16 Dicembre 2013 - 12:57