Per Zapata sarà un 2013 da ricordare… 1527 volte. Come i minuti che ha giocato nel Milan fino ad ora nella stagione in corso: nessuno ha fatto meglio. Un primato importante, di senso e significato, che però da solo non basta per festeggiare, anche perché il rendimento complessivo è stato poche volte davvero soddisfacente, ma di sicuro certifica una condizione fisica lodevole.
Zapata ha iniziato il 2013 al contrario di come aveva finito il 2012, in lenta ma incessante ripresa, raggiungendo ben presto (marzo) un livello prestazionale di buon spessore. E’ riuscito a lasciarsi presto alle spalle il disorientamento dopo il ritorno in Italia, grazie anche (o forse soprattutto) a Mexes, suo fidato compagno di reparto. Sono stati loro, insieme, la coppia centrale di difesa della rimonta del Milan. Quindi una dose di merito, nemmeno minima, per la conquista della Champions scorsa ma fortunatamente ancora attuale è anche loro. Il resto l’ha fatto Balotelli. Ma se per il francese quest’anno si è chiuso con curiosi (e colpevoli) problemi agli occhi e più panchine, il colombiano non ha mai perso spazio: sempre in campo, sempre, in ogni occasione, da Verona all’Inter; tranne la trasferta di Catania (1-3) che saltò per squalifica. Corretto ma spesso disattento (e fin troppo lento), uno dei suoi limiti principali.
E’ il leader di presenze 2013/2014. Ed ha contribuito in maniera decisiva a conquistare gioie personali ma in particolare traguardi fondamentali di squadra: se i rossoneri sono agli ottavi di Champions dovranno essere devoti al suo sinistro, debole, impreciso, brutto da vedere ma vincente (con deviazione) contro il Celtic a San Siro. Un gol che non gli fu assegnato e allora al ritorno ne fece un altro per dispetto (il 2 a 0), questa volta solo suo; non solo, con la Roma lo scorso 16 dicembre ha trovato la prima gioia anche in campionato: anche in quel caso ha vinto il gol “confuso”. Senza mezzi termini.
Il 2014 non sarà un anno facile, ci sarà infatti più concorrenza. Il prepotente ritorno di Bonera e l’acquisto di Rami lo defileranno fin da subito, ma nulla è perduto: con impegno e sacrificio quel posto potrà essere ancora suo. Con buona pace dei molti, probabilmente troppi tifosi che lo apprezzano proprio poco. Ma i numeri parlano e vorranno dire pure qualcosa. Aspettando il Mondiale, che cercherà di viverlo da protagonista.