Ancora pochissime certezze

Il Milan perde un’altra occasione per risalire la classifica. Contro una Roma pericolosa ma tutt’altro che imbattibile, in calo dal punto di vista fisico e non impeccabile nemmeno sotto il profilo tattico, i rossoneri non vanno oltre il due a due. Mister Allegri prepara la partita nel migliore dei modi: Max opta infatti per un rombo di centrocampo che dovrebbe assicurare compattezza, solidità, densità e protezione alla difesa. Peccato che gli interpreti, eccezion fatta per un De Jong efficace e grintoso, non eseguano gli ordini: Poli e Muntari continuano a proporsi in avanti senza curare la fase difensiva, concedendo spazi tra le linee e non facendo filtro a centrocampo, mentre Montolivo, come ormai accade da troppo tempo, scende in campo senza la minima aggressività e si contraddistingue per superficialità e lentezza. In questo modo, la Roma può trovare con facilità gli spazi per colpire. Ecco allora che, dopo tredici minuti, i giallorossi sfruttano il pessimo posizionamento dei nostri interni di centrocampo e passano in vantaggio con Mattia Destro.

Le possibilità per assistere a un raddoppio giallorosso ci sarebbero, ma la difesa rossonera disputa una grande prestazione e riesce a salvare il salvabile: sulla destra De Sciglio spinge e copre senza paura e senza problemi, al centro Zapata e Bonera giganteggiano e non concedono occasioni, mentre Emanuelson parte male ma si riprende sul lungo andare, mette a segno interventi decisivi in fase di copertura e si destreggia bene anche nella fase offensiva. Dopo il pareggio di Zapata, in gol sugli sviluppi di un calcio d’angolo, il Milan potrebbe abbassare il ritmo e cercare di ripartire in contropiede con incisività. Ma Kakà non è in serata, non riesce a creare superiorità numerica e a concretizzare le azioni di rimessa, mentre Balotelli si contraddistingue per indolenza e mancanza di costruttività. E soprattutto, Poli, Muntari e Montolivo continuano a mancare di costruttività e a disattendere gli ordini di Allegri: non svolgono la fase di non possesso e non raddoppiano mai il portatore di palla avversario. A inizio ripresa la musica non cambia e, sugli sviluppi dell’ennesimo svarione degli interpreti del rombo di centrocampo, Gabriel (entrato a metà partita al posto di Abbiati) effettua una follia sanzionata con il calcio di rigore: la Roma torna avanti.

Con un Milan sbilanciato e inefficace, i giallorossi potrebbero dilagare. Ma gli uomini di Garcia, grazie anche alla perfetta difesa rossonera, non approfittano dei ribaltamenti di fronte a loro disposizione e non trovano il tre a uno. Allegri prova a mischiare le carte in tavola e getta nella mischia Matri, al posto del pessimo Poli. Purtroppo, però, Alessandro delude di nuovo: non tiene palla, non fa salire la squadra, è sempre in fuorigioco e non si rende pericoloso. Menomale che minuto dopo minuto, la Roma inizia a calare e a concedere terreno: invece di chiudersi e aspettare la ripartenza vincente, i giallorossi cercano comunque di fare la partita, pagandone le conseguenze. Già, perché l’unico lampo di Kakà porta al pareggio di Muntari, che trova l’inserimento giusto su assist di Balotelli. Balotelli che, nel recupero, fallisce la possibilità di portarci al trionfo: da solo dinanzi a De Sanctis, superati tutti i difensori, Mario calcia male e la palla termina fuori.

Finisce due pari, con molti rimpianti e con pochissime certezze. Il bicchiere è mezzo vuoto e la svolta resta lontana. Considerate le brutte prestazioni di Poli, Muntari e Montolivo, che disattendono in pieno gli ordini di un Allegri intenzionato a chiudersi con ordine e compattezza e a ripartire appena possibile, di un Balotelli discontinuo e di un Gabriel che commette un errore imperdonabile, si può pensare che la retta via sia ancora lontana. Per lo meno in campionato.

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